VENEZIA – A luglio 2025 quasi 300 mila pensionati veneti, pari al 22% del totale, riceveranno la 14esima mensilità, un aiuto economico riservato agli anziani over 64 con specifici requisiti di reddito. Secondo il Sindacato Pensionati Italiani (Spi) della CGIL Veneto, circa 200 mila beneficiari con pensioni inferiori a una volta e mezza il trattamento minimo (603,40 euro nel 2025) riceveranno la somma piena, che varia tra 437 e 655 euro in base agli anni di contribuzione. Altri 95 mila pensionati con assegni tra una volta e mezza e due volte il minimo otterranno una quota ridotta, tra 336 e 504 euro.
La quattordicesima mensilità: un sollievo parziale contro il caro vita
La quattordicesima rappresenta una boccata d’ossigeno, ma rimane insufficiente rispetto ai crescenti bisogni dei pensionati, fortemente colpiti dall’aumento del costo della vita. Nel 2024, uno studio Spi CGIL basato su dati Istat ha evidenziato che gli over 65 in Veneto hanno speso circa 350 euro al mese solo per prodotti alimentari, cifra destinata a salire nel 2025 a causa dei rincari e delle tensioni internazionali che potrebbero aggravare ulteriormente i prezzi.
Pensioni basse e disagio diffuso
In Veneto oltre 420 mila pensionati ultra 65enni, pari al 40% del totale, percepiscono meno di 1.100 euro netti mensili (1.500 euro lordi), un reddito spesso insufficiente a coprire le spese essenziali. In media, nel 2024, gli anziani hanno sostenuto ulteriori 870 euro mensili per costi abitativi come affitti e bollette. Le donne sono particolarmente penalizzate, con il 55% di esse che percepisce pensioni inferiori a questa soglia. A livello provinciale, Rovigo registra la percentuale più alta di pensionati con pensioni basse (42,8%), seguita da Venezia (38%).
Le parole di Massimo Cestaro dello Spi CGIL Veneto
Massimo Cestaro avverte che, seppur importante, la 14esima mensilità rischia di essere un aiuto temporaneo per fronteggiare i rincari, specialmente quelli legati all’energia elettrica, i cui costi nel 2025 sono stimati in aumento del 10% rispetto al 2024. Con l’arrivo dell’estate e l’uso massiccio dei condizionatori, le bollette sono destinate a crescere ulteriormente.
Dal 2022, spiega Cestaro, le famiglie, compresi gli anziani, hanno visto ridursi il potere d’acquisto, con una rivalutazione delle pensioni che non ha compensato l’inflazione reale. Molti pensionati hanno tagliato i consumi, alcuni rinunciano alle cure mediche per motivi economici o a causa delle liste d’attesa, e non pochi si trovano a vendere la nuda proprietà per far fronte ai costi della casa.
Per questi motivi, lo Spi CGIL chiede un aumento degli importi della 14esima e un ampliamento della platea dei beneficiari, per garantire una maggiore tutela agli anziani.