La morsa della censura ha raggiunto il professor Angelo Floramo: un suo recente pezzo in uscita oggi sul settimanale Il Friuli (non pubblicato) ha scatenato una serie di eventi che lo hanno portato a rinunciare al suo incarico di editorialista. Dopo aver redatto un articolo in opposizione alla progettata acciaieria a San Giorgio di Nogaro, dalle sue parole, “è stata mostrata la porta”.
Ecco cosa ha dichiarato a riguardo: “Durante tutti questi anni, ho sempre avuto la libertà di esprimere il mio pensiero, che spesso si trovava in disaccordo con la corrente dominante. Ora mi viene chiesto di riscrivere l’articolo in questione o di lasciare il mio posto. Dato che mi considero con fierezza ‘insostituibile’, ho optato per la seconda scelta.”
Di seguito l’articolo che doveva essere pubblicato su Il Friuli:
“Dove siete? C’è chi lotta contro gli improvvidi progetti che devasterebbero l’ambiente della nostra Regione, come se non fosse già abbastanza malandato di suo, e nel farlo distruggerebbero il tessuto sociale delle piccole comunità, violentando i paesi, la natura, l’ambiente, la microeconomia di cui tanto si parla, quell’intreccio millenario i cui nodi virtuosi sono le filiere corte e lo sviluppo sostenibile. Di cosa sto parlando? Ma dell’acciaieria che dovrebbe divorare la laguna di Marano, l’ecomostro nato dagli incubi del neocapitalismo targato FVG: uso apposta una sigla tanto indigesta, quasi a rimarcarne l’odiosa progettualità che ne promuove la costruzione. I comitati si stanno consumando per sensibilizzare l’opinione pubblica. Organizzano serate, dibattiti, incontri appassionati. Sempre molto frequentati dalla gente comune, quella che ha a cuore la salute della terra e degli umani, delle piante e degli animali. La bella famiglia che già Petrarca, Francesco d’Assisi e Leopardi cantavano come un tutt’uno, un solo organismo vivente, destinato ad ammalarsi e a morire se anche una sola delle componenti dovesse prendersi qualche accidente. Eh sì, perché la salute, l’ecosistema, l’ambiente sono il profilo stesso del nostro futuro. La dobbiamo ai nostri figli e alle nostre figlie, non solo alla memoria di quei padri virtuosi che hanno resistito alla fame e alla miseria, alla migranza e alla disperazione per lasciarci un mondo migliore di quello sul quale si erano inciampati loro. Fin qui tutto bene. Esprimere dissenso è legittimo. Democratico, Costituzionale. Ma? Ma poi accade che la Questura, qualche giorno fa, neghi ai “dissidenti” di esprimere liberamente il loro pensiero. Vabbè. Dalla Questura me lo aspetto anche. Ma gli intellettuali? Dove sono andati a finire? Il silenzio è sempre complice. E il libero pensiero vale più di un finanziamento negato. Dalla Politica o dal Capitale”.
EDITORIA. MORETUZZO (PATTO-CIVICA): MASSIMA SOLIDARIETA’ A FLORAMO
“Massima solidarietà ad Angelo Floramo, intellettuale, insegnante e voce libera, impegnato da sempre nella promozione di una cultura appassionata e indipendente, che ha denunciato di essere stato censurato rispetto all’espressione della sua opinione sul tema dell’acciaieria di San Giorgio di Nogaro”.
Così in una nota il capogruppo in Cr del Patto-Civica e segretario del Patto per l’Autonomia, Massimo Moretuzzo, che aggiunge: “Angelo Floramo è una delle poche voci, forti di una profonda conoscenza delle vicende che hanno attraversato la nostra terra, che ha il coraggio di schierarsi dalla parte di chi fa fatica a far sentire la propria voce, delle identità plurali che abitano e abiteranno le nostre comunità, della speranza in un futuro fatto di solidarietà, uguaglianza, rispetto dell’ambiente che ci ospita”.
“Che dicano cose condivise o cose scomode, gli intellettuali svolgono un ruolo importante in una società democratica e la loro voce non può essere messa a tacere – continua il capogruppo del Patto-Civica -. Il caso, però, impone di ampliare l’orizzonte di analisi e interrogarsi sullo stato dell’informazione oggi in Friuli-Venezia Giulia e, più in generale, in Italia. La crisi dell’editoria, iniziata molto tempo fa, ha portato nel corso del tempo a una riduzione delle testate e delle società editoriali e a non essere più, molte di queste, imprese pure, ma aziende controllate da realtà operanti in altri settori economici, nei quali generano il loro margine finanziario”.
“Una informazione democratica può essere garantita soltanto da un pluralismo delle fonti di informazione ed è questo che oggi nella nostra regione, come nel resto dei Paesi occidentali, sta tramontando. Ritengo che questo debba essere uno dei temi – conclude Moretuzzo – sui quali la comunità politica regionale deve interrogarsi e dare risposte a brevissimo termine. Ne va dell’essenza stessa della democrazia”.
EDITORIA. MORETTI (PD): SBAGLIATA CENSURA VERSO CHIUNQUE
“La censura nei confronti delle voci libere è sempre sbagliata. Lo diciamo sia per quanto sta accadendo a livello nazionale con il Governo Meloni nei confronti dell’informazione pubblica (oramai diventata a senso unico Tele-Meloni), sia per il caso che sta interessando l’editore de Il Friuli nei confronti dell’opinionista Angelo Floramo”.
Lo afferma, in una nota, il capogruppo del Pd in Consiglio regionale del Fvg, Diego Moretti apprendendo quanto dichiarato da Angelo Floramo, figura autorevole del panorama culturale friulano, che riferisce che la sua firma non comparirà più sulla rubrica che teneva su “Il Friuli”, in quanto non più gradita alla linea editoriale, a causa di un suo articolo sgradito e non pubblicato sull’acciaieria voluta da Danieli e Metinvest. “Nella legittima scelta dell’editore di tenere fede a una determinata linea editoriale – conclude il dem – troviamo comunque che sia una scelta sbagliata censurare le voci anche dissonanti da tale linea”.
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