La scelta di un mutuo al momento della stipula è quanto di più arduo possa esserci per chi prende un impegno che sosterrà per buona parte della vita. Per questo è opportuno fare bene i propri conti in base al reddito disponibile e alle previsioni sul futuro.
Un mutuo deve essere prima di tutto sostenibile, vale a dire che le rate devono poter essere pagate senza erodere il budget del mese. Per conoscerne l’entità, ci si può servire dello strumento messo a disposizione da MutuiOnline.it per la simulazione del mutuo. Inserendo i parametri relativi alle caratteristiche del mutuo individuato, si avrà visibilità della rata suddivisa in quota capitale e quota interessi.
Tasso fisso o variabile. Qual è la scelta giusta adesso?
La temporanea stabilizzazione dei tassi, con nessun aumento annunciato, non vuol dire che il corso abbia invertito la rotta, ma lascia presagire che la fine degli aumenti è vicina.
Una certezza c’è: è il momento del tasso fisso, scelto nel Triveneto dal 90,8% dei richiedenti un mutuo, contro il 7,6% di richieste di tasso variabile (dati Osservatorio MutuiOnline.it ottobre 2023).
Ma il tasso fisso è davvero la scelta più giusta in questo momento? A guardare l’andamento dei valori di riferimento dei mutui sembrerebbe di sì, perché a ottobre l’Irs, il parametro al quale si agganciano i nostri mutui a tasso fisso, ha segnato 3,15% (30 anni), 3,39% (20 anni) e 3,43% (30 anni), mentre l’Euribor, il parametro al quale si agganciano i nostri mutui a tasso variabile, nello stesso periodo ha segnato 3,86% (3 mesi) e 3,97% (1 mese).
C’è da dire tuttavia che non esiste una scelta di mutuo giusta in assoluto per chiunque, perché dipenderà molto dal profilo del mutuatario, dalle sue aspettative lavorative ed economiche e da quanto sia disposto a sostenere l’oscillazione dei tassi.
Altri fattori oggettivi da valutare
Esistono anche elementi oggettivi che condizionano la scelta del tasso: dalla durata del mutuo, al livello dello spread ottenuto. Se ad esempio il mutuo ha una durata di 10 anni, allora si potrà prevedere con un maggiore margine di sicurezza l’andamento dei tassi; se invece la durata del mutuo è molto lunga (nel Triveneto il 41,2% dei richiedenti ha scelto un periodo dai 26 ai 30 anni), sarà impossibile ipotizzare ogni scenario.
C’è poi lo spread, il margine di guadagno che la banca si riserva, che insieme al Tan definisce il valore del Taeg: se si riuscisse a ottenere uno spread basso, magari approfittando di una promozione, allora ci si può avventurare con maggiore tranquillità in un tasso variabile.
Altra considerazione va fatta sull’età del richiedente, perché se è giovane (il 34,5% nel Trivento a ha tra i 26 e i 35 anni) sicuramente avrà una disponibilità economica crescente nel tempo. Come è da considerare il tipo di lavoro che si conduce, se dipendente come risulta dall’80,7% delle richieste presentate nel Triveneto nel quarto trimestre, oppure autonomo, atipico o libero professionista (nel complesso 17,3% dei richiedenti), quindi con minori garanzie per una banca.
Le insidie del tasso fisso
Quella che potrebbe sembrare la scelta più naturale in questo momento, il tasso fisso, nasconde invece una criticità importante. Fissare infatti il tasso ai valori attuali per un periodo molto lungo, di 20 o 30 anni, può essere antieconomico. Lo sarà perché con la fine delle politiche restrittive della Bce e l’inversione del trend dei valori, non si potrà beneficiare dei futuri ribassi dei tassi.
Farsi consigliare da un esperto è dunque fondamentale, come anche fare bene i calcoli, perché la decisione del mutuo è strettamente personale e nessun istituto di credito potrà avere una risposta univoca alla scelta più giusta.
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