Quanto realizzato da Alto Trevigiano Servizi Spa, in collaborazione con Ref Ricerche, è uno studio a 360 gradi sulle attività aziendali, in particolar modo legate al core business e a interventi energetici, che ha messo sotto la lente di ingrandimento ricavi, investimenti e costi operativi, in particolare nell’anno 2020. I risultati sono stati più che incoraggianti: dal punto di vista dei ricavi, l’89,05 per cento delle attività sono risultate eleggibili ai sensi della tassonomia UE, per quanto riguarda i capex (gli investimenti) l’86,7 per cento e per gli opex (costi operativi) il 76,91 per cento.
“Abbiamo deciso come azienda di avviare lo studio sulla tassonomia, seppur per noi non ancora obbligatorio, perché riteniamo sia uno strumento fondamentale per lo sviluppo di un sistema idrico integrato sempre più efficiente e sostenibile – spiega l’amministratore delegato di Ats, Pierpaolo Florian – Dimostrare concretamente di essere un’azienda sensibile alle problematiche ambientali e in grado di individuare e mettere in pratica soluzioni green, oltre a portare benefici all’ecosistema in cui viviamo, ci consentirà di avere maggiore accesso ai finanziamenti, come quelli del Next Generation EU declinato nel Piano di Ripresa e Resilienza, per migliorare il servizio idrico in tutto il nostro territorio in gestione. Si parla sempre di più, infatti, di finanza sostenibile, ossia di rendere premianti le scelte aziendali compatibili con la dimensione ambientale”.
Secondo la tassonomia, un’attività economica può essere considerata ecosostenibile se contribuisce in modo sostanziale ad almeno uno dei sei obiettivi ambientali europei: mitigazione del cambiamento climatico, adattamento al cambiamento climatico, uso sostenibile e protezione delle risorse idriche, transizione verso un’economia circolare, riduzione dell’inquinamento, protezione della biodiversità. Introdotta dal Regolamento UE 2020/852, obiettivo della tassonomia è indirizzare gli investimenti finanziari verso quelle attività economiche che possono contribuire alla transizione verso un’economia carbon free entro il 2050.
Il quadro emerso dallo studio condotto da Ats è quello di un’azienda che, per quanto riguarda le azioni più significative intraprese per la tutela della risorsa idrica, ha attuato politiche di ecosostenibilità molto vicine ai rigorosi parametri previsti per l’allineamento alla tassonomia UE. Si parla degli importanti investimenti aziendali per il rinnovo dei sistemi di captazione, trattamento e forniture d’acqua e della costruzione, estensione, gestione dei sistemi di raccolta e trattamento delle acque reflue. In questi campi in particolare, le azioni messe in atto da Ats si sono rilevate coerenti con i criteri DNSH (Do No Significant Harm), ovvero non arrecano un danno significativo a nessuno degli obiettivi ambientali individuati dalla Commissione Europea.
Inoltre, l’azienda ha deciso di avviare un vero e proprio percorso interno di crescita e consapevolezza sul significato della sostenibilità. Si tratta del “Piano strategico di sostenibilità 2022-2028”. Il primo passo sarà la creazione di una funzione aziendale dedicata, il sustainability team, un gruppo di lavoro interno che avrà come compito il monitoraggio e il coordinamento delle attività collegate agli obiettivi che Ats si proporrà di raggiungere dal 2022 al 2028.
“Tale funzione sarà riconosciuta all’interno della governance aziendale e rappresenterà il presidio per gestire e promuovere in azienda attività in linea con gli obiettivi dell’Agenda Onu 2030 – continua Florian – Parliamo, ad esempio, dell’aumento della quota di popolazione collegata alle reti fognarie, l’implementazione del controllo degli scarichi per la tutela delle acque, l’efficientamento delle reti idriche, la decarbonizzazione, l’educazione ambientale e l’aiuto alle utenze deboli”.
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