TRIESTE, 22 ottobre 2024 | Oggi si è tenuta un’audizione, promossa dalla Consigliera Simona Liguori e sostenuta da tutta l’opposizione, per esaminare le implicazioni del Decreto che limita l’uso della canapa sativa. Questo provvedimento, approvato la scorsa estate, è stato temporaneamente sospeso a settembre dal TAR del Lazio. Liguori ha sottolineato l’importanza di coinvolgere tutte le parti interessate nel settore, incluse le realtà produttive, i professionisti medici e veterinari, nonché le associazioni di pazienti che beneficiano delle terapie a base di canapa. «È fondamentale ascoltare le loro testimonianze. Bloccare il settore sarebbe una decisione errata», ha affermato Liguori. La consigliera ha esortato la Regione Friuli Venezia Giulia a fare pressioni sul Governo per la revoca del Decreto.
Ascoltare i portatori di interesse
«Non possiamo permettere che ideologie cieche fermino l’uso di un prodotto il cui impiego in questi settori è logicamente sensato», ha dichiarato Giulia Massolino, che ha guidato l’ordine del giorno relativo a questo tema, accolto dalla Giunta regionale. Massolino ha aggiunto che l’ordine del giorno, approvato a luglio, impegnava la Giunta a richiedere un incontro con le associazioni di categoria per discutere le criticità del Decreto. «È cruciale che il Presidente Fedriga faccia sentire la voce del Friuli Venezia Giulia a livello nazionale», ha ribadito.
Un settore in crescita
Secondo i dati forniti da Coldiretti, negli ultimi cinque anni i terreni dedicati alla coltivazione della canapa sono aumentati notevolmente, passando da 400 ettari nel 2013 a quasi 4.000 nel 2018. L’Associazione Imprenditori Canapa Italia stima che l’industria della canapa attualmente impieghi circa 30.000 persone e generi un fatturato annuo di circa 500 milioni di euro in Italia. Anche in Friuli Venezia Giulia, come confermato da un’azienda del settore che opera in Carnia, c’è una produzione significativa di canapa.
Preoccupazioni delle associazioni
La Confederazione Agricoltori Italiani (CIA) ha manifestato preoccupazione per le possibili conseguenze negative che il Decreto potrebbe avere sugli agricoltori che hanno scelto di investire in questa coltura legale e ad alto valore aggiunto. Questo provvedimento potrebbe penalizzare filiere agroindustriali di eccellenza come la cosmesi e l’erboristeria, ambiti che, come sottolineato, hanno poco a che fare con le sostanze stupefacenti. Le professioni mediche e veterinarie, insieme alle associazioni di pazienti, hanno espresso le loro preoccupazioni riguardo alle limitazioni nell’uso dei prodotti a base di cannabis per trattamenti di patologie che non trovano sollievo nelle terapie tradizionali.
Una visione di regolamentazione
«Ormai questi temi sono ampiamente accettati sia socialmente che scientificamente, e molti Paesi stanno ampliando la legalizzazione della canapa», ha concluso il consigliere Enrico Bullian. Secondo Bullian, legalizzare la canapa porterebbe a risultati positivi, come la riduzione del mercato illegale, il miglioramento della qualità dei prodotti e la regolamentazione della loro produzione. Ha esortato il Governo a riconsiderare la propria posizione, in linea con le tendenze internazionali che stanno emergendo.
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