Caro energia, aumento dei costi delle materie prime, instabilità politica. A lanciare l’allarme sugli effetti della crisi energetica sul mondo produttivo è la trevigiana Renza Altoè Garbelotto, presidente del Gruppo Pavimenti di Federlegno Arredo, consigliere di Assindustria Venetocentro e amministratore delegato del Parchettificio Garbelotto. “Le aziende – sottolinea Altoè – oggi devono rispettare contratti con forniture a prezzi fissi e non modificabili siglati mesi fa in uno scenario completamente diverso e a dover produrre i pavimenti senza sapere a quanto ammonteranno le perdite. Noi ad esempio abbiamo importanti commesse firmate in aprile che stiamo mettendo adesso in produzione con costi di energia e materie prime aumentate, ma non sappiamo ancora stimare di quanto, a causa dei mercati impazziti e dell’instabilità politica”.
Un problema comune a molti settori produttivi, ma aggravato, nel settore dei pavimenti in legno, dalla concorrenza di aziende che commerciano solamente e che quindi non hanno l’onere di sostenere tutti i costi di produzione, perché importano la materia prima dalla Cina e da altri Paesi.
“Queste imprese – prosegue la presidente del Gruppo Pavimenti di Federlegno Arredo – non hanno dovuto affrontare tutti i rincari, al contrario delle aziende che hanno gli stabilimenti produttivi in Italia e che continuano a difendere il Made in Italy. Il risultato è l’apertura del mercato nazionale a prodotti economici e senza certificazioni e origini certe. A questo riguardo si riscontra una carenza anche di legno certificato FSC che proviene per la maggior parte da Russia e Bielorussia e il cui approvvigionamento al momento risulta bloccato per motivi legati alle sanzioni”.
“Il caro energia – riferisce Altoè -sta impattando in modo pesante sulla programmazione economica e sugli investimenti futuri: alcune aziende del settore stanno già programmando la cassa integrazione per ottobre, mentre l’inflazione e l’incertezza stanno svuotando gli showroom, facendo presagire una crisi del settore edilizio”.
Infine, il dito è puntato ancora una volta contro la burocrazia e i tempi dello Stato, lontani anni luce dalle necessità reali delle aziende. “Lo Stato – conclude la presidente del Gruppo Pavimenti di Federlegno Arredo – non risponde con sufficiente velocità ai cambiamenti degli scenari economico-politici e spesso non solo abbandona gli imprenditori, ma ostacola le iniziative dei singoli”.
Nello specifico, il Parchettificio Garbelotto di Cappella Maggiore (Treviso) ha ampliato l’impianto fotovoltaico fino a 600 Kw/h per produrre 80.000 Kw/h al mese, ma non può usare l’energia prodotta perché manca un documento, il cosiddetto “regolamento di esercizio”, che fissa le regole per la gestione dell’energia in eccesso che viene immessa nella rete di Terna. “La richiesta – fa sapere l’imprenditrice – è stata avanzata il 15 aprile e ancora non abbiamo avuto una risposta. Così facendo abbiamo letteralmente buttato 400.000 Kw/h o forse di più, visto l’estate soleggiata di quest’anno”.
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