La comunicazione via PEC avvenuta questa mattina da parte dei vertici Wärstila della chiusura della produzione a Trieste nasconde una grande bugia. Dietro l’inaccettabile dichiarazione di esubero si cela infatti la chiusura totale dello storico stabilimento triestino.
Risulta evidente, senza produzione industriale, l’inconsistenza di una proposta meramente improntata su manutenzione e servizi.
Dopo anni di finanziamenti pubblici la Wärtsilä tradisce Trieste e tradisce l’Italia. Sul versante occupazionale sono a rischio immediato 450 addetti, oltre ai 400 posti di lavoro dell’indotto. La forza lavoro tra diretti e indiretti attualmente occupa 1500 persone.
Come CGIL Trieste denunciamo da anni la crisi del comparto industriale provinciale, che garantisce solo l’8% del PIL della città a fronte di una media nazionale da nord a sud del 21%.
Il tanto decantato “momento magico” di Trieste non esiste, bisogna prenderne atto ed è necessario l’impegno di tutte le forze politiche e sociali per denunciare la reale situazione economica e occupazionale delle cittadine e dei cittadini di Trieste.
Oggi è prioritario affrontare le crisi industriali sul territorio, dare una risposta alle stesse e rilanciare il settore manifatturiero. La presenza questa mattina al presidio di FIOM, FILM, UILM, CGIL, CISL e UIL, dell’Assessorato Regionale al Lavoro, di Confindustria dimostra che buona parte delle realtà sociali, politiche ed economiche sono consapevoli della drammatica fase che stiamo vivendo.
Serve la risposta coesa della città, per risolvere le crisi in atto (Wärtsilä, Flex, Principe e altre), salvaguardare le lavoratrici e i lavoratori e dare prospettive ai giovani per il futuro.
Wartsila, il vicesindaco di Trieste: promettevano di innovare, siamo sconcertati
“Siamo sconcertati dalla notizia, perché siamo a conoscenza di numerosi progetti presentati di recente dall’azienda anche ad altri enti, progetti di innovazione e di sviluppo di nuove tecnologie. Esprimiamo solidarietà ai dipendenti coinvolti, e naturalmente ci sarà il massimo impegno da parte del Comune, insieme agli altri enti, Regione in primis, per mettere in campo tutti gli interventi necessari, per quanto di nostra competenza”. Così, parlando alla ‘Dire’, il vicesindaco di Trieste Serena Tonel, con delega alle Attività produttive, sulla vertenza esplosa alla Wartsila.
Anche il gruppo di Adesso Trieste in una nota esprime “massima solidarietà ai lavoratori della Wartsila che si stanno mobilitando in questo momento contro la chiusura dello stabilimento, dopo l’annuncio di oggi che mette a rischio diretto di perdita del lavoro i 450 addetti dello stabilimento di Trieste a cui si aggiungono i circa 400 dell’indotto”. La novità di oggi “pone in modo sempre più drammatico il tema della deindustrializzazione di Trieste, in cui la manifattura pesa già meno del 10% dell’economia della città, senza che la politica a nessun livello affronti la questione con l’urgenza che la gravità della situazione merita”. Ora, dice Adesso Trieste, “si apre “una battaglia sindacale che deve diventare una battaglia di tutta la città. Trieste deve avere un’unica voce nell’affermare nella maniera più chiara e forte possibile che senza industria non c’è futuro. Le istituzioni devono intervenire, se necessario anche direttamente, per tutelare produzioni strategiche per il Paese, la sua economia e il suo tessuto sociale”.
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