Fabrizio Cicchitto: dalle origini politiche alla recente esperienza con Berlusconi
Fabrizio Cicchitto, in un’intervista al ‘Corriere della Sera’, rivela di essere diventato socialista nel 1956 dopo aver letto settimanali come il Mondo, l’Espresso, il Borghese di Longanesi e il Candido di Guareschi. Grazie a queste letture, criticava la Democrazia Cristiana sia da sinistra che da destra. Ricorda le manifestazioni contro l’Unione Sovietica e il Partito Comunista Italiano, con i fascisti che lo accompagnavano e poi scappavano, lasciando lui a prendere le botte.
Racconta di un momento in cui si sentì spiato e Cossiga gli disse che affiliarsi alla P2 era la scelta giusta se voleva fare soldi. Cicchitto ammise di essere stato un “coglione” e di essere stato tentato dal suicidio, ma la viltà lo salvò. Parla poi dell’incontro con Berlusconi durante le riunioni preparatorie dell’Udr, il partito di centro di Cossiga, e della strategia per portare D’Alema a Palazzo Chigi.
Infine, Cicchitto esprime un giudizio su Giorgia Meloni, definendola la migliore del suo schieramento ma criticando le tendenze filo Putin e filo Trump presenti nel suo partito. Sottolinea che l’atteggiamento di Meloni sull’Ucraina sarà determinante per la sua valutazione futura.