Non è semplice riconoscere un alcolista a maggior ragione perché proprio lui, in prima persona, negherà fino alla fine l’esistenza di un problema. Per fortuna esistono delle abitudini, dei comportamenti a cui prestare attenzione perché rappresentano un campanello d’allarme spesso inequivocabile.
Bere alcolici è un comportamento socialmente accettato, ma questo non significa che si debbano sottovalutare segnali fuori norma, anzi. I dati parlano chiaro: l’alcolismo è un problema che interessa milioni di persone in Italia. Recentemente l’ISS (Istituto Superiore della Sanità) ha pubblicato dati allarmanti: oltre il 36% dei ragazzi dai 18 ai 24 anni ha un problema con l’abuso di alcol.
Come si comporta un alcolista? Le abitudini da tenere d’occhio
Individuare un alcolista con certezza, come anticipato, non è mai facile. Questo perché è il soggetto stesso a negare l’evidenza dei fatti sostenendo, in ogni modo e con molta insistenza, che l’alcol non è un problema, una dipendenza, ma semplicemente un momento di svago che può gestire tranquillamente. Nulla di più falso! Quando si oltrepassano i limiti, nonostante non lo si voglia ammettere, ci sono degli atteggiamenti, dei segnali e dei comportamenti che rappresentano un segnale inequivocabile della dipendenza da alcol.
Man mano, infatti, l’organismo si abitua all’assunzione di alcol ed è per questo che ne richiederà un quantitativo sempre maggiore per riuscire a raggiungere gli stessi effetti che, in precedenza, si ottenevano con molto meno. Si tratta del fenomeno tristemente noto della tolleranza. In questo caso, non sarà complicato accorgersene: il soggetto avrà bisogno di aumentare le “dosi” per essere appagato dalla sostanza (in questo caso l’alcol) e inizierà a incrementare la quantità ingerita.
E che dire del cambio nelle proprie abitudini di vita? Chi è vittima dell’alcolismo inizierà ad avere un chiodo fisso per l’alcol, pensando sempre a quando e dove poterne assumere ancora e concentrando su questo tutte le sue energie.
A catena, questo porterà a problemi relazionali sia sul lavoro che a scuola e ad un isolamento progressivo dagli altri dal momento che l’alcol sarà al centro del mondo dell’alcolista. Ma attenzione, i comportamenti più “espressivi” e chiari si avranno nel momento in cui il soggetto sarà, per un motivo o per un altro, impossibilitato a bere. A quel punto inizierà la ricerca, compulsiva, dell’alcol: per procurarselo la persona sarà davvero disposta a tutto, facendo entrare nelle proprie abitudini atteggiamenti lesivi come l’aggressività, gli sbalzi d’umore, l’ansia, la completa inaffidabilità.
La mancata assunzione per un tempo superiore al “tollerato” porterà all’astinenza, con la relativa crisi. A quel punto inizierà a manifestarsi sudorazione, tachicardia, tremori, ansia, nausea. Si avranno cambiamenti nelle abitudini quotidiane anche nella fase del sonno: non si riuscirà a dormire, ci si sentirà agitati e si potranno avere delle paurose allucinazioni.
Cosa fare se si sospetta che una persona cara sia vittima dell’alcolismo
L’alcolismo può portare danni importanti nella vita e nella salute del soggetto: problemi al cuore, al fegato, al pancreas e, in generale, al sistema nervoso. Parlare con la persona cara è il primo passo quando si sospetta un problema di alcolismo. Sarà importante non arrendersi: potrebbero volerci diversi mesi perché il soggetto ammetta di avere un problema e perché si convinca ad affidarsi all’unica soluzione possibile rivolgendosi a un centro di recupero specializzato.
Il Centro San Nicola, un aiuto nella lotta all’alcolismo
Il San Nicola, centro in provincia di Ancona, è un punto di riferimento a livello nazionale nell’individuazione, nella cura e nella riabilitazione da dipendenze. Un centro all’avanguardia, accreditato con eccellenza dall’Assessorato alla Salute della Regione Marche, che si pone, giorno per giorno, a fianco di tossicodipendenti, alcolisti, ludopatici e vittime di nuove dipendenze per aiutarli nel processo di disintossicazione e nel ritrovamento di una vita normale e felice.
Fondato nel 2012 da Vincenzo Aliotta (che oggi ne rappresenta il perno), il Centro San Nicola fonda il suo successo sulla collaborazione di un team di psicoterapeuti, psicologi, psichiatri, insegnanti, educatori, infermieri e counsellor. In tutto 21 professionisti (attualmente) a disposizione di pazienti provenienti da tutto il mondo, seguiti dapprima nella disintossicazione (4-10 giorni), poi nella residenzialità breve (con triplice percorso terapeutico) e, infine, nella prevenzione delle ricadute. Una storia breve ma intensa che ha guidato e guida, giorno per giorno, i pazienti verso una nuova vita.
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