Oggi, mercoledì 13 ottobre 2021, avanti il Gip del Tribunale di Venezia dott. Alberto Scaramuzza, ha patteggiato dieci mesi, con la sospensione condizionale della pena, D. Z., la cinquantenne di Galta di Vigonovo (Venezia) accusata e ora anche condannata per aver aver investito e causato la morte dell’ottantatreenne e suo concittadino Bruno Ruvoletto: le è stata inflitta anche la sezione accessoria della sospensione della patente di guida per un anno e quattro mesi.
La tragedia si era consumata il 2 dicembre 2019, poco dopo le 17.30, in via Pascoli nel comune di Vigonovo: Ruvoletto, che abitava a due passi, stava camminando a bordo strada quando’è stato investito dalla Fiat Punto condotta dall’indagata, che stava procedendo nella sua stessa corsia, ma in direzione opposta rispetto a quella del pedone, cioè verso Fossò: un impatto violento in seguito al quale il pensionato è stato scaraventato nel fossato adiacente. Soccorso dai sanitari del Suem di Dolo, accorsi in ambulanza, l’anziano è stato trasportato all’ospedale cittadino ma è spirato poche ore dopo, nella tarda serata dello stesso lunedì 2 dicembre, in seguito ai gravi politraumi riportati. Sul posto per i rilievi sono intervenuti i carabinieri della locale stazione.
Il Pubblico Ministero della Procura di Venezia, dott.ssa Laura Cameli, ha subito aperto un procedimento penale con l’ipotesi di reato di omicidio stradale indagando l’investitrice e, tra i vari provvedimenti assunti, ha disposto una perizia cinematica per stabilire dinamica, cause e responsabilità del tragico sinistro, incaricando come Consulente Tecnico d’Ufficio l’ing. Maurizio De Valentini: alle operazioni peritali ha partecipato anche l’ing. Enrico Dinon, come consulente tecnico di parte messo a disposizione da Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e tutela dei diritti dei cittadini, a cui i congiunti dell’ottantatreenne si sono affidati, attraverso il responsabile della sede di Dolo, Riccardo Vizzi, per essere assistiti, in collaborazione con l’avv. Andrea Piccoli del foro di Treviso.
L’ing. De Valentini ha concluso rilevando come l’incolpevole anziano non abbia violato alcuna norma del Codice della Strada, “perché – scrive nella sua perizia – si trovava sul margine della carreggiata e stata camminando, come prescritto, nel verso opposto a quello dei veicoli”. Le responsabilità dell’accaduto sono state ascritte unicamente in capo all’automobilista che, per citare l’atto del Pm, percorrendo via Pascoli “con imprudenza, negligenza imperizia e in violazione delle norme della circolazione stradale, non regolando la velocità dell’auto in relazione alle condizioni della strada, stretta, poco illuminata e priva di marciapiede, investiva il pedone Bruno Ruvoletto, cagionandone la morte”. Il tutto peraltro, ha osservato l’ing. De Valentini, “in centro abitato e in un orario, le 17.30 del pomeriggio, in cui la presenza di un pedone sul margine della carreggiata era un ostacolo senz’altro prevedibile”.
Di qui, dunque, a conclusione delle indagini preliminari, la richiesta di rinvio a giudizio da parte del Sostituto procuratore, riscontrata dal Gip con la fissazione dell’udienza preliminare di oggi cumulata con il patteggiamento.
Bruno Ruvoletto, che aveva lavorato per tutta la vita in una fabbrica di scarpe della Riviera del Brenta e non si era sposato, ha lasciato un fratello, due sorelle e, tra gli altri, un nipote a cui era molto legato, peraltro suo vicino di casa, e che se ne prendeva cura, per i quali Studio3A ha già ottenuto un equo risarcimento per la loro grave perdita dalla compagnia di assicurazione del veicolo. Ora hanno ricevuto anche una sia pur parziale risposta anche dalla giustizia penale, una condanna che consente loro di chiudere il capitolo giudiziario della dolorosa vicenda.
Rimani sempre aggiornato in tempo reale, iscriviti ai nostri canali Whatsapp e Telegram. Per segnalazioni 327 94 39 574