PADOVA – Si è svolto a Padova il convegno “La Provincia di oggi, la Provincia di domani: a 10 anni dalla Legge Delrio il ruolo attuale delle Province e le prospettive dell’annunciata riforma”, promosso da UPI Veneto in collaborazione con la Provincia di Padova, con la partecipazione delle Province venete. L’incontro ha offerto un’importante occasione di riflessione sul futuro delle Province, a dieci anni dalla legge Delrio (n° 56/2014), che ha radicalmente cambiato il ruolo di questi Enti.
Ad aprire i lavori, Daniele Canella, vicepresidente vicario della Provincia di Padova, ha sottolineato come le Province, un tempo modello di buona gestione e autonomia, siano state penalizzate da una riforma mai completata. Ha evidenziato come oggi, grazie alla forte alleanza tra sindaci, le Province abbiano un ruolo cruciale nell’amministrazione territoriale, specialmente nell’ambito del PNRR, come centri di coordinamento per i piccoli Comuni. Questo spunto potrebbe rappresentare una base solida per una nuova visione delle Province.
Stefano Marcon, vicepresidente vicario UPI nazionale e presidente di UPI Veneto, ha ribadito l’importanza di una riforma delle Province che, nonostante le difficoltà economiche e organizzative, hanno continuato a offrire servizi cruciali ai Comuni, come le stazioni uniche appaltanti e i concorsi per il personale. Ha ricordato che la riforma delle Province è uno dei temi centrali dell’Assemblea nazionale UPI, che si terrà a Roma il 10 dicembre, alla presenza del Presidente della Repubblica. La discussione, inoltre, sarà arricchita dal video prodotto da UPI Veneto, che sottolinea l’importanza di potenziare le Province per il bene del territorio.
Il tema della necessaria riforma delle Province è stato ampiamente trattato anche da Alberto Stefani, presidente della Commissione bicamerale per l’Attuazione del federalismo fiscale, che ha evidenziato come la legge Delrio abbia ridotto le Province a “scatole vuote” senza la struttura finanziaria adeguata. Ha sottolineato la necessità di ripristinare le Province come Enti di primo livello, capaci di garantire una gestione più diretta ed efficiente dei servizi pubblici. Questo passaggio dovrebbe includere anche l’introduzione di elezioni dirette per gli organi politici provinciali, così da migliorare la legittimazione dei rappresentanti delle Province e rafforzare il legame con il territorio.
Piero Antonelli, direttore generale di UPI Italia, ha parlato degli effetti devastanti che la riforma ha avuto sul sistema finanziario delle Province, in particolare sui Veneti, che nel 2024 verseranno al bilancio dello Stato 122 milioni di euro attraverso tributi locali come l’Imposta Provinciale di Trascrizione (IPT) e l’Imposta Rcauto. Ha esortato a superare questa anomalia e a lasciare che i tributi restino sul territorio, per favorire lo sviluppo locale.
Il convegno è stato anche l’occasione per ascoltare interventi di esperti e accademici come Giulia Millevoi, direttore UO Enti locali della Regione Veneto, Guido Rivosecchi, professore di Diritto costituzionale all’Università di Padova, e Luciano Sandonà, presidente della Commissione Affari istituzionali della Regione Veneto.
Nel contesto del convegno, è stato tracciato un bilancio sull’efficacia della Legge Delrio, che nel 2014 aveva riformato le Province e le Città Metropolitane, stabilendo un modello “transitorio” in attesa della riforma costituzionale. Tuttavia, il voto contrario alla riforma costituzionale nel 2016 ha impedito la definitiva eliminazione delle Province, lasciando il sistema in una situazione di stallo. La riflessione di oggi ha quindi l’obiettivo di fare il punto sulla gestione amministrativa delle Province e di sollecitare una revisione che possa garantire una maggiore autonomia e risorse per queste istituzioni.
Il convegno ha rappresentato, dunque, un’occasione fondamentale per avviare un dibattito sulla riforma delle Province e sulle prospettive future, con l’obiettivo di garantire una gestione amministrativa più efficace e vicina ai bisogni dei cittadini.