Tra i 60 e i 79 anni le possibilità di morire a causa del Covid-19 sono 30 volte maggiori per i non vaccinati rispetto ai soggetti che sono stati immunizzati. Il rapporto scende a 20 a 1 tra gli over 80, ma il divario rimane rilevante. È quanto emerge dai dati, riportati dal Corriere, dell’ultimo monitoraggio del’Istituto superiore di sanità, che ha analizzato le differenze di letalità tra vaccinati e non, all’interno della stessa fascia d’età.
Secondo il report Iss, i soggetti con più di 80 anni hanno il 96,69% di probabilità di morire in più se non hanno ricevuto la somministrazione anti-Covid. Con almeno una dose le possibilità scendono al 74% rispetto a chi ha completato il ciclo vaccinale. Da aprile ad oggi in questa fascia sono morti 54 anziani sui 418mila non ancora protetti a fronte di 28 su 4 milioni di vaccinati.
Nella fascia 60-79 anni il rischio di finire in terapia intensiva per i vaccinati è del 97,79% inferiore rispetto a chi non lo è, percentuale intorno al 90% per chi ha ricevuto almeno una dose. Negli ultimi 4 mesi, su oltre 8 milioni di immunizzati, sono stati 6 i decessi e 17 i ricoverati in rianimazione, contro i 64 morti e i 104 pazienti in terapia intensiva sui circa 2,8 milioni di italiani senza difesa contro il Sars-CoV-2.
Il rischio di finire in ospedale tra i 40 e i 59 anni si riduce invece di circa un quinto per gli immunizzati, mentre negli ultimi 4 mesi, non si sono registrati ricoveri in terapia intensiva tra vaccinati nella fascia 12-39 anni.
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