(ANSA) – NEW YORK, 08 MAG – La Grande Mela deserta come mai
vista al tempo della pandemia di Covid-19. L’altra faccia di New
York non poteva sfuggire agli occhi di un newyorkese doc, il
regista Spike Lee, che ha deciso di catturare alcune immagini in
altri tempi definite apocalittiche in un corto.
Dal titolo semplicemente ‘New York, New York’ e sulle note
dell’omonima canzone di Frank Sinatra, Lee mostra scene di
luoghi che altrimenti sarebbero stati affollati e invece ora
vuoti come le strade, le stazioni della metropolitana, i teatri
di Broadway, Wall Street, Times Square, gli stadi o le arene
sportive e non mancano scene di ospedali, degli operatori
sanitari, delle ambulanze o della gente con la mascherina che fa
la fila per entrare nei supermercati.
“E’ doloroso – ha detto Lee – non vedere nessuno ma è alla
fine del film che si vedono i newyorkesi”. Il corto termina con
una sequenza che mostra l’Empire State Building illuminato di
rosso e con luci intermittenti che lo fanno sembrare un cuore
che batte”. Non a caso lo stesso regista ha definito il suo film
una lettera d’amore alla città. (ANSA).
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA
(ANSA) – NEW YORK, 08 MAG – La Grande Mela deserta come mai
vista al tempo della pandemia di Covid-19. L’altra faccia di New
York non poteva sfuggire agli occhi di un newyorkese doc, il
regista Spike Lee, che ha deciso di catturare alcune immagini in
altri tempi definite apocalittiche in un corto.
Dal titolo semplicemente ‘New York, New York’ e sulle note
dell’omonima canzone di Frank Sinatra, Lee mostra scene di
luoghi che altrimenti sarebbero stati affollati e invece ora
vuoti come le strade, le stazioni della metropolitana, i teatri
di Broadway, Wall Street, Times Square, gli stadi o le arene
sportive e non mancano scene di ospedali, degli operatori
sanitari, delle ambulanze o della gente con la mascherina che fa
la fila per entrare nei supermercati.
“E’ doloroso – ha detto Lee – non vedere nessuno ma è alla
fine del film che si vedono i newyorkesi”. Il corto termina con
una sequenza che mostra l’Empire State Building illuminato di
rosso e con luci intermittenti che lo fanno sembrare un cuore
che batte”. Non a caso lo stesso regista ha definito il suo film
una lettera d’amore alla città. (ANSA).
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(ANSA) – NEW YORK, 08 MAG – La Grande Mela deserta come mai
vista al tempo della pandemia di Covid-19. L’altra faccia di New
York non poteva sfuggire agli occhi di un newyorkese doc, il
regista Spike Lee, che ha deciso di catturare alcune immagini in
altri tempi definite apocalittiche in un corto.
Dal titolo semplicemente ‘New York, New York’ e sulle note
dell’omonima canzone di Frank Sinatra, Lee mostra scene di
luoghi che altrimenti sarebbero stati affollati e invece ora
vuoti come le strade, le stazioni della metropolitana, i teatri
di Broadway, Wall Street, Times Square, gli stadi o le arene
sportive e non mancano scene di ospedali, degli operatori
sanitari, delle ambulanze o della gente con la mascherina che fa
la fila per entrare nei supermercati.
“E’ doloroso – ha detto Lee – non vedere nessuno ma è alla
fine del film che si vedono i newyorkesi”. Il corto termina con
una sequenza che mostra l’Empire State Building illuminato di
rosso e con luci intermittenti che lo fanno sembrare un cuore
che batte”. Non a caso lo stesso regista ha definito il suo film
una lettera d’amore alla città. (ANSA).
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vista al tempo della pandemia di Covid-19. L’altra faccia di New
York non poteva sfuggire agli occhi di un newyorkese doc, il
regista Spike Lee, che ha deciso di catturare alcune immagini in
altri tempi definite apocalittiche in un corto.
Dal titolo semplicemente ‘New York, New York’ e sulle note
dell’omonima canzone di Frank Sinatra, Lee mostra scene di
luoghi che altrimenti sarebbero stati affollati e invece ora
vuoti come le strade, le stazioni della metropolitana, i teatri
di Broadway, Wall Street, Times Square, gli stadi o le arene
sportive e non mancano scene di ospedali, degli operatori
sanitari, delle ambulanze o della gente con la mascherina che fa
la fila per entrare nei supermercati.
“E’ doloroso – ha detto Lee – non vedere nessuno ma è alla
fine del film che si vedono i newyorkesi”. Il corto termina con
una sequenza che mostra l’Empire State Building illuminato di
rosso e con luci intermittenti che lo fanno sembrare un cuore
che batte”. Non a caso lo stesso regista ha definito il suo film
una lettera d’amore alla città. (ANSA).
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(ANSA) – NEW YORK, 08 MAG – La Grande Mela deserta come mai
vista al tempo della pandemia di Covid-19. L’altra faccia di New
York non poteva sfuggire agli occhi di un newyorkese doc, il
regista Spike Lee, che ha deciso di catturare alcune immagini in
altri tempi definite apocalittiche in un corto.
Dal titolo semplicemente ‘New York, New York’ e sulle note
dell’omonima canzone di Frank Sinatra, Lee mostra scene di
luoghi che altrimenti sarebbero stati affollati e invece ora
vuoti come le strade, le stazioni della metropolitana, i teatri
di Broadway, Wall Street, Times Square, gli stadi o le arene
sportive e non mancano scene di ospedali, degli operatori
sanitari, delle ambulanze o della gente con la mascherina che fa
la fila per entrare nei supermercati.
“E’ doloroso – ha detto Lee – non vedere nessuno ma è alla
fine del film che si vedono i newyorkesi”. Il corto termina con
una sequenza che mostra l’Empire State Building illuminato di
rosso e con luci intermittenti che lo fanno sembrare un cuore
che batte”. Non a caso lo stesso regista ha definito il suo film
una lettera d’amore alla città. (ANSA).
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(ANSA) – NEW YORK, 08 MAG – La Grande Mela deserta come mai
vista al tempo della pandemia di Covid-19. L’altra faccia di New
York non poteva sfuggire agli occhi di un newyorkese doc, il
regista Spike Lee, che ha deciso di catturare alcune immagini in
altri tempi definite apocalittiche in un corto.
Dal titolo semplicemente ‘New York, New York’ e sulle note
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luoghi che altrimenti sarebbero stati affollati e invece ora
vuoti come le strade, le stazioni della metropolitana, i teatri
di Broadway, Wall Street, Times Square, gli stadi o le arene
sportive e non mancano scene di ospedali, degli operatori
sanitari, delle ambulanze o della gente con la mascherina che fa
la fila per entrare nei supermercati.
“E’ doloroso – ha detto Lee – non vedere nessuno ma è alla
fine del film che si vedono i newyorkesi”. Il corto termina con
una sequenza che mostra l’Empire State Building illuminato di
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che batte”. Non a caso lo stesso regista ha definito il suo film
una lettera d’amore alla città. (ANSA).
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rosso e con luci intermittenti che lo fanno sembrare un cuore
che batte”. Non a caso lo stesso regista ha definito il suo film
una lettera d’amore alla città. (ANSA).
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York non poteva sfuggire agli occhi di un newyorkese doc, il
regista Spike Lee, che ha deciso di catturare alcune immagini in
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Dal titolo semplicemente ‘New York, New York’ e sulle note
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vuoti come le strade, le stazioni della metropolitana, i teatri
di Broadway, Wall Street, Times Square, gli stadi o le arene
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sanitari, delle ambulanze o della gente con la mascherina che fa
la fila per entrare nei supermercati.
“E’ doloroso – ha detto Lee – non vedere nessuno ma è alla
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una sequenza che mostra l’Empire State Building illuminato di
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che batte”. Non a caso lo stesso regista ha definito il suo film
una lettera d’amore alla città. (ANSA).
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