La casa è, senza alcun dubbio, il bene più prezioso per la maggior parte degli italiani, popolo che vanta il maggior numero di unità abitative di proprietà. Quando si parla di immobili, tuttavia, gli aspetti da dover considerare e decifrare sono molteplici, non tutti di facile lettura e interpretazione.
Tra quelli che generano maggior confusione rientrano, senza alcun dubbio, le pertinenze catastali, che – ad esempio – rivestono un ruolo di fondamentale importanza nella gestione e tassazione degli immobili, come ben si evince nel caso dell’IMU. Per comprendere a fondo come esse influiscono nel determinare il pagamento della “Imposta Municipale Propria”, è indispensabile conoscere cosa siano le pertinenze catastali.
Cosa sono le pertinenze catastali
Esse vengono definite come beni immobili destinati in modo durevole a servizio di un immobile principale. Ne fanno parte, ad esempio, box auto, cantine, soffitte, giardini o posti auto, ovvero tutti quegli elementi che sono considerati “accessori” rispetto al bene principale. Per essere considerate tali, non devono avere un uso autonomo.
L’esempio più lampante, a tal proposito, è rappresentato dal garage: se è utilizzato come deposito per un’attività commerciale non può essere considerato come pertinenza, mentre lo è a tutti gli effetti se viene utilizzato per il ricovero dell’auto di chi abita nell’immobile. Come già accennato, la corretta identificazione delle pertinenze catastali non è un aspetto di secondaria importanza, in quanto incide significativamente nella determinazione del calcolo delle imposte legati agli immobili.
Innanzitutto, è necessario verificare che la pertinenza sia correttamente registrata nei registri catastali. Questa operazione può essere compiuta mediante una visura catastale pertinenza, che può essere richiesta comodamente online in pochi e semplici passaggi e consente una pronta verifica dei dati inseriti presenti nel catasto, garantendo una puntuale e corretta gestione delle proprietà immobiliari.
La visura catastale dell’immobile, documento rilasciato dall’Agenzia delle Entrate, riporta i dati identificativi di un immobile (come la rendita catastale, la categoria e la destinazione d’uso) e consente di individuare le pertinenze catastali, che saranno indicate come unità immobiliari separate ma collegate all’immobile principale.
Quanto incidono le pertinenze nel pagamento dell’IMU
Il Codice Civile, come definito dall’articolo 817, specifica che debba esserci un rapporto funzionale duraturo e non occasionale tra la cosa principale e quella accessoria. Di conseguenza, quando si acquista una nuova proprietà, è necessario verificare la presenza di pertinenze per assicurarsi che le stesse siano regolarmente registrate.
Come già scritto in precedenza, le pertinenze svolgono un ruolo essenziale nel determinare il pagamento dell’IMU, imposta italiana che si applica sugli immobili posseduti nel nostro paese. Nel calcolo di questa imposta vengono considerate la rendita catastale dell’immobile e delle sue pertinenze, oltre che eventuali aliquote stabilite dal Comune di riferimento.
Per quel che concerne le pertinenze catastali, la legge prevede che possano essere escluse dal pagamento dell’IMU fino a un massimo di tre pertinenze per ogni immobile, a patto che quest’ultimo sia adibito ad abitazione principale e non rientri nelle categorie di lusso (A/1, A/8, A/9); le pertinenze, inoltre, devono appartenere a categorie catastali diverse tra loro (C2, C6 e C7, ovvero cantine e soffitti, box e posti auto, tettoie).
Qualora l’immobile non rientri nella definizione di “abitazione principale”, l’IMU si paga anche sulle pertinenze, calcolata sommando la rendita catastale dell’immobile con quella delle pertinenze, rivalutata del 5% e moltiplicata per un coefficiente fisso stabilito per legge. Il pagamento dell’IMU avviene in due rate (la prima a giugno, la seconda a dicembre), oppure in un’unica soluzione entro la scadenza della prima rata. Il pagamento dell’imposta avviene tramite il modello F24, che si può pagare in posta, banca o direttamente online.