Al Digital Security Festival, giunto alla sua sesta edizione e partito da Udine il 18 ottobre, la cybersecurity è stata al centro di un evento che si è svolto nella storica Sala Studio dell’Archivio storico di Ateneo, presso il Palazzo del Bo di Padova. Durante questa tappa, il Prof. Mauro Conti, Responsabile del corso di laurea magistrale in Cybersecurity e Professore Ordinario di Informatica all’Università di Padova, ha condotto il pubblico in un viaggio affascinante nella storia della protezione digitale, evidenziando i momenti chiave che hanno definito questo settore e le sfide cruciali che ci attendono.
La cybersecurity come battaglia senza tempo: dalle origini storiche ai giorni nostri
“La cybersecurity, prima ancora che tecnologia, è una risposta naturale dell’uomo alla necessità di proteggere le proprie informazioni,” ha dichiarato Conti. Con un excursus che ha toccato la cifratura antica, come il cifrario di Cesare, fino alla decifrazione del codice Enigma durante la Seconda Guerra Mondiale grazie a Alan Turing, Conti ha messo in evidenza come il desiderio di proteggere le informazioni risalga a epoche remote, adattandosi e rafforzandosi in parallelo ai progressi della tecnologia.
Non sono mancati esempi più recenti, come gli attacchi alla rete elettrica ucraina e alla Colonial Pipeline negli Stati Uniti, che mostrano come le infrastrutture critiche siano diventate bersagli estremamente vulnerabili. “La NATO oggi riconosce il cyberspazio come un vero e proprio campo di battaglia, e anche l’Italia si sta preparando a operare in quest’ambito, sia in difesa che in risposta attiva,” ha aggiunto il professore.
Verso il futuro digitale: innovazioni e nuove minacce in un mondo interconnesso
Guardando alle potenzialità tecnologiche che cambieranno la sicurezza informatica nei prossimi anni, Conti ha descritto tre innovazioni che rappresentano una svolta: il computer quantistico, che promette velocità di calcolo impensabili per la crittografia attuale; l’uso di materiale biologico per l’archiviazione dati e, infine, l’intelligenza artificiale, con impieghi già significativi nel campo dell’autenticazione biometrica e della rilevazione di minacce.
“La stessa intelligenza artificiale che protegge, però, può essere strumento di attacco, in grado di ingannare i sistemi di rilevamento o violare la privacy,” ha sottolineato Conti. Il professore ha descritto scenari in cui piccoli cambiamenti in un’immagine digitale possono ingannare i sofisticati algoritmi di riconoscimento, ribadendo l’urgenza di sviluppare strumenti in grado di distinguere tra uso positivo e dannoso della tecnologia.
Concludendo, Conti ha evidenziato come, in un contesto in cui il confine tra digitale e fisico è sempre più sfumato, avere una protezione digitale solida diventa un’esigenza fondamentale. “Siamo arrivati al punto in cui la sicurezza nel mondo digitale contribuisce alla nostra stessa sopravvivenza,” ha affermato. L’obiettivo, ha aggiunto, è quello di dotarsi di strategie innovative per affrontare le sfide future e difendere una società sempre più connessa.
8 novembre, l’evento di chiusura del Festival
Dopo Padova, il Digital Security Festival proseguirà fino all’8 novembre con incontri online e l’appuntamento conclusivo di Vicenza venerdì 8 novembre, presso Villa Valmarana ai Nani, per diffondere la consapevolezza sui rischi e le opportunità che la trasformazione digitale pone davanti a tutti noi.
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