Esistono poche realtà calcistiche in Italia paragonabili all’Udinese, una società che dagli anni ’80 in avanti ha effettuato passi da gigante grazie alla sapiente gestione della famiglia Pozzo, la quale aveva compreso benissimo quale fosse la strada per un miglioramento. La prima grande sorpresa che si vide in Friuli fu senza dubbio l’arrivo di un campione come Zico, che nei primi anni ’80 spiccò come uno dei fantasisti più forti del mondo. Da quel momento in poi la società bianconera ha iniziato un’ascesa importantissima ai piani alti della Serie A. Un’ascesa culminata con lo splendido terzo posto ottenuto nella stagione 1997-98, quando fu un altro brasiliano a dare spettacolo al Friuli. Parliamo di Marcio Amoroso, un attaccante estroso, rapido e letale sotto porta che era stato portato in Italia dall’ottimo scouting dei bianconeri. Anch’egli come Zico arrivò dal Flamengo, la squadra più importante del Brasile, e nonostante non avesse il nome del grande numero 10 della Seleçao degli anni ’80 risultò essere ancora più decisivo di lui realizzando inoltre un’ottima stagione 1998-99 con ben 22 reti all’attivo.
Dalla fine degli anni ’90, dunque, il prestigio dell’Udinese come squadra capace di valorizzare talenti stranieri fu sempre più manifesto in Italia. Dal Cile arrivarono in diverse epoche una serie di calciatori che si sarebbero imposti ad altissimi livelli. Il primo di tutti fu David Pizarro, che partì da Udine per poi andare all’Inter e alla Roma, una squadra oggi con le potenzialità per vincere il campionato italiano secondo le quote più attuali delle scommesse di calcio sulla Serie A. Il mediano cileno, approdato a Udine proprio dopo l’addio di Amoroso, ossia nell’estate del 1999, non fu subito inserito come regista nella squadra allora allenata da Luigi De Canio, bensì dovette attendere l’arrivo nel 2002 di Luciano Spalletti, il quale ne notò immediatamente le abilità da organizzatore in mezzo al campo e anche il notevole senso tattico. Regista classico dal baricentro basso, Pizarro visse a Udine alcuni dei migliori anni della sua carriera prima di passare all’Inter nell’estate del 2005.
Con lui, inoltre, ebbe inizio la grande tradizione dei cileni al Friuli, una tradizione che Mauricio Isla e Alexis Sanchez avrebbero continuato stupendo tutti alla fine degli anni 2000. Il primo fece impressione per la sua abilità di correre con profitto per tutto l’out destro, mentre il secondo diede dimostrazione di un talento assoluto da seconda punta proprio in maglia bianconera, quando nessuno se lo aspettava. Il tandem formato da Sanchez e Di Natale, due attaccanti piccoli ma veloci, fece la fortuna dell’Udinese nella stagione 2010-11 arrivò quarta, conquistando così l’accesso alla Champions League, con Francesco Guidolin in panchina. L’allenatore veneto aveva compreso quanto i due potessero completarsi sul fronte offensivo e decise così di puntare molto sulla loro velocità e sul loro talento. L’ultimo grande sudamericano approdato a Udine è invece Rodrigo De Paul, passato da poco all’Atletico Madrid. Il centrocampista classe 1994, capace di giocare quasi in tutti i ruoli della mediana, ha stupito tutti per la sua duttilità ed è oggi uno dei cardini della nazionale argentina.
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