Ancora oggi non è raro assistere a episodi di discriminazione di genere verso le donne: espressioni o azioni di questo tipo sono più diffuse di quanto si creda, sia nella quotidianità sia nella comunicazione dei media attuali.
In occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne del 25 novembre, Babbel ha realizzato l’approfondimento “Sessismo e linguaggio: le parole della violenza di genere”.
Uno dei fenomeni più rilevanti è quello delle molestie in strada: il catcalling è una problematica molto sentita, dato che l’84% delle donne ne è stata vittima almeno una volta (dati Hollaback! – Cornell University). Oggi, inoltre, i modi di esprimersi e il linguaggio discriminatorio sono all’ordine del giorno anche sul web: il 25% delle ragazze ha subito violenze verbali su internet e il 26% è vittima di stalking online (dati Pew Research Center).
Espressioni e comportamenti violenti emergono come i primi segnali di episodi ancora più gravi, ed è dunque molto importante saperli riconoscere. Sono sufficienti alcuni esempi per capire quanto sia comune assistere a un episodio di discriminazione: basti pensare ai casi in cui ci si riferisce a un medico o a una professionista chiamandola “signorina” invece di “dottoressa”, errore che difficilmente riguarda il genere maschile.
Numerosi altri esempi, relativi anche alle narrazioni dei media, sono disponibili online nell’approfondimento speciale realizzato da Babbel in questa pagina web: it.babbel.com/identificare-discriminazione-di-genere-nel-linguaggio
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