Viviamo il periodo economico più competitivo mai registrato a memoria d’uomo. In soli 25 anni, si sono susseguite a cascata: la terza globalizzazione economica, l’affermarsi delle telecomunicazioni, l’avvento d’Internet, la crisi finanziaria del 2007/2009, il sorgere dei social network, l’esplosione del commercio elettronico, l’industria 4.0, una pandemia globale e la guerra economica fra Occidente e Oriente.
Questo quadro a tinte fosche, ci accompagna sulla soglia dell’introduzione dell’Intelligenza Artificiale.
Uno solo di questi avvenimenti, preso singolarmente, avrebbe segnato e caratterizzato qualsiasi secolo lavorativo precedente al nostro per intero. Tutto avviene oggi nel mercato, a una velocità impensabile per le epoche precedenti.
Il mutamento è repentino, sconquassante e la maggior parte delle volte irreversibile.
Per fare fronte ai continui cambiamenti di contesto economico, ai rialzi dei prezzi delle materie prime e dell’energia, alla chiusura dei mercati sanzionati, le aziende hanno bisogno di ristrutturarsi e d’investire in nuovi assetti.
Questi hanno un costo. Che necessitano di credito e di progetti sostenibili, pianificati per mezzo di un business plan.
Le banche in questa fase, sono chiamate a svolgere un ruolo estremamente delicato per sostenere la resilienza e il riassetto del tessuto produttivo. Sono loro, in prima linea, a permettere alle piccole e medie imprese di reggere l’onda d’urto del cambiamento.
In tale concatenazione di eventi impredicibili e di scelte politiche opinabili, l’unica certezza è che a Settembre 2023, la “banca” delle banche europee, ossia la BCE, ha alzato il tasso d’interesse ai suoi massimi storici, per il momento.
Cosa significa questo in maniera semplice? Che il costo per prendere il denaro in prestito, l’interesse che l’azienda andrà pagare, a causa del rialzo della banca centrale, aumenterà di riflesso anche l’interesse per l’impresa che richiederà credito alla sua filiale.
Il tasso d’interesse con cui l’impresa ripagherà il finanziamento sarà più alto.
Le banche non solo concederanno somme complessivamente più basse del solito, ma anche a un interesse maggiore. Se questo intacca marginalmente le grandi imprese con bilanci e riserve solide, a questi interessi, è possibile che la stretta del credito per le piccole e medie imprese sarà più selettiva e dura di quanto già non fosse.
Per la concessione di somme superiori ai 50.000 euro, le banche sono solite richiedere alle imprese la redazione di un business plan con cui documentare e poter valutare per iscritto la richiesta di accesso al credito, oltre alla normale documentazione.
La competizione per l’accesso al credito si farà quindi, per le PMI, sempre più serrata e vitale.
La redazione di un business plan professionale, non deve essere considerata solo come una pratica per poter presentare domanda di credito, ma deve essere vissuta come un’opportunità importante per svolgere, un’analisi profonda e aggiornata di come sia cambiato il contesto competitivo intorno all’azienda e alla suo operatività. Questo significa ripensare e delineare alcune scelte strategiche portanti.
Quali saranno le politiche delle banche e quali progetti avranno maggiore possibilità di essere accolti?
Il primo e fondamentale punto da tenere in considerazione è che le banche non fanno impresa. Fermo restando le solide garanzie per essere presi in considerazione, le banche non sono istituti dediti all’avventura imprenditoriale. Quindi se state pensando di dare vita a start up innovative e a nuove attività, la banca forse non è l’istituzione adatta, né lo è, il momento storico. Con un panorama economico così incerto, saranno premiate le azioni che intendono puntellare, fortificare e rinsaldare l’attività economica.
È il momento di attestarsi e difendere ove possibile ciò che si ha.
La stretta sulla concessione del credito molto probabilmente verrà indirizzata proprio in quest’ottica.
Le banche quindi, andranno a dare il loro appoggio ad azioni conservative e di tenuta della produzione delle imprese già avviate.
La ristrutturazioni dei beni immobili e il loro adeguamento per nuove operatività è una tipologia di azione che può avere buone possibilità di successo. Come gli investimenti in beni strumentali e in nuove tecnologie efficaci ed efficienti.
Tutto ciò che produce e che amplia l’attuale capacità produttività dell’impresa, fortificandola, avrà maggiori possibilità di riuscita. Per le ricapitalizzazioni aziendali, i fidi di cassa e gli anticipi fattura invece, le cose probabilmente si faranno più difficili. Nonostante gli aumenti degli interessi.
Fondamentale e ancora tutto da vedere, sarà inoltre la messa a terra effettiva, il contributo laterale, l’affiancamento e il supporto che sarà in grado di fornire, complementariamente, il sistema bancario rispetto ai fondi del PNRR. Tema estremamente vasto e di difficile interpretazione; che vedrà la finanza pubblica e la finanza privata, dover interagire, nell’ottica di potenziare secondo una razionalità, si spera condivisa, la resa delle risorse impiegate.
Un periodo estremamente complesso attende il sistema economico italiano, in tutte le sue componenti. L’auspicio è quello che nelle grandi sfide, nelle grandi difficoltà, tutti gli attori facciano la propria parte al meglio, con umanità ed impegno, sentendo la responsabilità di questo momento.
Solo una società che lavora e produce ricchezza ha i mezzi per costruire un mondo migliore.
Concretezza e flessibilità, oggettività d‘analisi, nessun dogma o preconcetto nell’osservare, reattività meditata, passi cauti e misurati. Queste le chiavi per interpretare e muoversi al meglio nel contesto economico attuale.
Dr. Alexander Sintini
Visiti spesso Nordest24? Ora puoi rimuovere tutta la pubblicità e goderti una lettura più piacevole, veloce e senza distrazioni. Clicca qui per maggiori informazioni