UDINE. Eliana Rigato, udinese classe 1949, è ricordata come la prima e unica donna italiana a vincere la Coppa del Mondo di bowling. La storica vittoria, che l’ha resa un’icona nel panorama sportivo nazionale, risale al 1984, quando, a Sidney, conquistò il titolo più prestigioso della disciplina. Rigato è morta sabato 16 novembre, a causa di una malattia fulminante, all’età di 75 anni. Il suo ricordo resterà indelebile nel cuore degli appassionati e della sua città. I funerali si terranno martedì 19 novembre alle 10.30, nella chiesa parrocchiale del Buon Pastore in via Riccardo di Giusto.
Una carriera iniziata per passione e culminata in un successo storico
La passione per il bowling è iniziata per Eliana Rigato negli anni Settanta, quando, lavorando come infermiera in una casa di riposo, si avvicinò a questo sport in concomitanza con l’apertura del Bowling 71 di Udine. Ben presto, il suo talento emerse, facendola diventare una delle protagoniste indiscusse del bowling italiano, con partecipazioni e vittorie a livello nazionale e regionale. Il culmine della sua carriera sportiva arrivò con la vittoria nella Coppa del Mondo di bowling nel 1984, che la consacrò a livello internazionale.
Una vittoria che ha segnato un’epoca
Durante la finale della Coppa del Mondo a Sidney, Rigato sconfisse la tedesca Ursula Eckert con un punteggio di 179-149, per poi trionfare sulla favorita Annie Francois con una prestazione impeccabile. La sua media punti nelle 42 partite giocate si fermò a 181, un risultato che rimane un capolavoro della disciplina. Quella vittoria non fu solo un successo personale, ma anche una vittoria per tutto il movimento del bowling, che trovò nel Bowling 71 di Udine un punto di riferimento fondamentale per gli appassionati.
Un riconoscimento che va oltre lo sport
Il trionfo a Sidney portò Rigato a ricevere importanti onorificenze: nel 1985 le fu conferito il Moret d’Âur, mentre nel 1986 il presidente della Repubblica Francesco Cossiga la nominò Cavaliere della Repubblica. Nonostante la notorietà raggiunta, Eliana non si vantò mai di questi successi, mantenendo un profilo basso. Con gli anni, solo la sua famiglia continuò a ricordare quel trionfo, che per lei non rappresentava un’opportunità economica, ma piuttosto un orgoglio personale e sportivo.
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