Cimolais (Pn). Un intervento notturno ha impegnato tra la mezzanotte e le cinque e trenta del mattino le squadre del Veneto e quelle della stazione Valcellina del Soccorso Alpino.
La chiamata è arrivata da Sores attraverso la centrale di Pieve di Cadore dopo la mezzanotte del 18 ottobre tramite il padre dell’escursionista. L’uomo aveva sentito il figlio alle 13.20 circa attraverso un messaggio in cui gli aveva comunicato che si trovava al rifugio Padova e poi al confine con il Friuli e che l’itinerario che avrebbe seguito era da Domegge verso il Rifugio Padova e poi con il sentiero 346, il sentiero 342, il bivio 353 verso forcella Montanaia fino al Bivacco Perugini e quindi la risalita a Forcella Giumelle (detta anche Forcella Segnata) di nuovo in discesa al Rifugio Padova per il sentiero 357.
Con l’aiuto dei Carabinieri si è cercata l’ultima cella telefonica agganciata, che si è poi scoperto essere quella di Pozzale di Cadore, che secondo le informazioni dei colleghi del Veneto, si aggancia dalla zona di Forcella Montanaia. A quel punto si sono attivate sia le squadre di terra del Veneto che quelle del Friuli per perlustrare a piedi i due versanti della forcella e nel contempo è arrivato l’elicottero dal Trentino Alto Adige abilitato al volo notturno per una perlustrazione a partire dal Rifugio Padova. L’escursionista è stato ritrovato dalle squadre dei soccorritori sul versante friulano al Bivacco Perugini intorno alle tre e trenta ed è rientrato a piedi assieme a loro verso il rifugio Pordenone e quindi a Cimolais, dove è stato consegnato al padre. Sul posto, al campo base in valle, anche i Vigili del Fuoco di Pordenone.
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