Il cambiamento climatico è ormai un fenomeno che tocca ogni angolo del nostro pianeta, e le Dolomiti, simbolo della natura incontaminata, non sono esenti da questi cambiamenti. Durante l’ultima tappa della Dolomiti Mountain School 2024, esperti e studiosi si sono riuniti per discutere di come la fauna alpina stia reagendo al riscaldamento globale, un fenomeno che sta modificando profondamente gli equilibri naturali.
L’incontro, che ha visto una partecipazione numerosa, in particolare da parte di membri del Corpo forestale regionale, ha messo in luce le sfide crescenti che le specie animali, dagli insetti ai grandi mammiferi, devono affrontare.
Il cambiamento climatico e le sue conseguenze sulla fauna alpina
Gianpaolo Carbonetto, giornalista e coordinatore dell’evento, ha spiegato come gli studi stiano rivelando reazioni diverse da parte degli animali, tra cui modifiche nei comportamenti e nella distribuzione delle specie. “Gli animali stanno reagendo a una realtà che si sta aggravando velocemente. Gli studi avanzano celermente e, se qualche piccolo segno di speranza c’è per gli animali, per l’uomo forse un po’ meno”, ha sottolineato.
Queste modifiche hanno un impatto diretto sulle dinamiche ecologiche delle montagne. Il riscaldamento globale sta influenzando la stagionalità di molte specie e la loro capacità di adattarsi a condizioni sempre più difficili.
I cambiamenti geologici e il riscaldamento globale
Emiliano Oddone, geologo, ha posto l’accento sulla peculiarità del cambiamento climatico attuale rispetto ai fenomeni geologici passati. “La scala temporale è ciò che ci manca per comprendere i processi planetari in evoluzione, che includono un continuo rimescolamento di elementi tra atmosfera, litosfera e biosfera”. Secondo Oddone, la velocità con cui stanno aumentando temperature e CO2 è senza precedenti e rappresenta una sfida che non ha paragoni nella storia geologica del pianeta.
Le rocce dolomitiche, come sottolineato dal geologo, raccontano storie antiche di cambiamenti climatici e estinzioni di massa, che nel corso dei millenni hanno modificato radicalmente l’ambiente. Tuttavia, la rapidità con cui si stanno verificando i mutamenti odierni è senza precedenti.
Le api e gli impollinatori: una sfida per l’ecosistema
Francesco Nazzi, professore di entomologia all’Università di Udine, ha illustrato come il cambiamento climatico stia influenzando negativamente le api e altri impollinatori. Il loro comportamento e la loro distribuzione sono infatti legati in modo stretto alla temperatura e alle altitudini. “Abbiamo osservato come l’ascesa o discesa in quota influisca sull’interazione con le piante”, ha detto Nazzi. Il rischio è che i periodi di fioritura delle piante non coincidano più con l’attività di volo degli insetti, un disallineamento che potrebbe compromettere gravemente i processi di impollinazione, con impatti diretti sull’ecosistema.
Mammiferi e la lepre variabile: difficoltà in aumento
Stefano Filacorda, ricercatore dell’Università di Udine, ha approfondito come l’aumento delle temperature stia influenzando il comportamento di mammiferi adattati ai climi freddi, come la lepre variabile, che cambia colore del suo pelame a seconda delle stagioni. Con la diminuzione della neve, la lepre si trova sempre più in difficoltà. Inoltre, la presenza di grandi predatori nelle zone alpine sembra fondamentale per regolare le popolazioni di ungulati, come i cervi, il cui numero sta crescendo in maniera esponenziale, creando nuovi conflitti con le attività umane.
Filacorda ha concluso sottolineando l’importanza di proteggere e gestire correttamente la fauna alpina. L’osservazione della capacità di adattamento delle specie sarà cruciale per affrontare le sfide della sopravvivenza in un contesto sempre più condizionato dai cambiamenti climatici.
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