Venezia – Una favola nera che unisce tragico e comico, vita e morte: è questo il cuore pulsante di “La favola nera del boia in tutù”, che andrà in scena domani, martedì 26 novembre 2024, alle ore 21:00, al Teatro a l’Avogaria di Venezia (Dorsoduro 1607, Corte Zappa). Lo spettacolo, presentato dal Collettivo Lubitsch, si inserisce nella rassegna dei “Martedì dell’Avogaria”, che porta in laguna il meglio della giovane drammaturgia nazionale.
La trama: ironia tragica tra morte e vita
“La favola nera del boia in tutù” è un’opera che gioca con l’ironia tragica. Al centro della scena si trovano due figure antitetiche ma accomunate da un marchio sociale simile: il Boia e l’Attore. Entrambi sono manipolati dal Demiurgo, una figura ambiguamente divina e mefistofelica, che agisce come un regista lunatico, creando i primi attori sulla terra. In scena, il Boia è una ragazza che lavora come carnefice ma sogna di diventare una diva del palcoscenico. Un giorno, durante una delle sue esecuzioni, incontra Natalia Topova, un’artista di strada che la convince a fuggire e intraprendere una nuova carriera: insieme, iniziano a fare giocoleria vegana. Tuttavia, il Boia non riesce a dimenticare il suo sogno di uccidere, e la storia, narrata interamente in rima, si trasforma in una comicità dissacrante e politicamente scorretta, che esplora il tema della tragedia dei reietti e l’impossibilità di realizzare i propri sogni.
Tra favola e morte: il finale ineluttabile
Lo spettacolo si sviluppa in un continuo scambio tra favola e morte, arte e l’impossibilità di realizzarla, fino a quando la favola si scontra con il suo finale ineluttabile. La messa in scena del Collettivo Lubitsch offre una riflessione profonda sulla vita dei reietti, su chi vive ai margini e cerca di trovare un senso nella propria esistenza, nonostante tutto sembri andare contro di loro.
Un’esperienza teatrale unica
Con una narrazione che lascia spazio a momenti di grande comicità, ma anche di intensa drammaticità, “La favola nera del boia in tutù” si conferma come un’opera teatrale che non ha paura di affrontare temi difficili, utilizzando il teatro come strumento di riflessione, ma anche di intrattenimento dissacrante.
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