Edizione numero 22 per il Premio “Darko Bratina” che quest’anno verrà consegnato per la prima volta dall’associazione Kinoatelje a un direttore della fotografia: Peter Zeitlinger. Ruoterà attorno alle sue opere il Festival cinematografico Omaggio a una visione che proporrà, dal 18 al 24 ottobre, una retrospettiva formata da 11 lungometraggi e 4 corti a cui ha partecipato l’austriaco nato a Praga che oggi vive nella nostra regione. Verranno coinvolte, grazie a una fitta rete di partner e collaboratori, sette località in Slovenia e nel Friuli Venezia-Giulia.
A Trieste l’appuntamento è per giovedì 21 ottobre al Cinema Ariston. Le proiezioni verranno introdotte dall’autore e offriranno l’opportunità per dei dibattiti di approfondimento. Durante la rassegna potremo scoprire il particolare sguardo riflesso di Zeitlinger in importanti film diretti in particolare da Werner Herzog, maestro della cinematografia tedesca contemporanea con cui ha a lungo collaborato. Zeitlinger ha anche diretto circa 20 film, tra cui molti cortometraggi. Recentemente ha lavorato con Abel Ferrara per il film Tommaso e ha avuto di nuovo il ruolo di direttore della fotografia nei progetti dell’attore e regista James Franco.
Giovedì 21 ottobre al Cinema Ariston verranno proiettati due film che non sono ancora stati proposti nei cinema italiani. Inizieremo alle ore 18 con The Pretenders (James Franco, 2018), che racconta la storia di come uno studente di cinema ossessionato dalla Nouvelle vague, e il suo migliore amico, il seducente Phil, rimangono ammaliati dalla misteriosa attrice Catherine. Seguirà, alle 20.30, The Queen of the Desert (Werner Herzog, 2015), la vera storia della diplomatica e avventuriera britannica Gertrude Bell, una delle donne più audaci e influenti del suo tempo, qui interpretata da un’eccellente Nicole Kidman. A precedere l’ultimo film sarà il cortometraggio Ritorneremo di Silvia Zeitlinger Vas, regista e compagnia di vita di Zeitlinger con il quale spesso collabora.
Riassumendo la motivazione del Premio Darko Bratina 2021, Zeitlinger viene insignito del riconoscimento per la sua capacità di esplorare e trascendere i confini del proprio linguaggio cinematografico. Con il suo approccio d’autore sostiene le visioni dei registi, senza mai dimenticarsi dello spettatore che desidera accompagnare nell’esperienza cinematografica in modo più autentico possibile. Zeitlinger riprende il mondo che gli compare davanti, non ne crea di nuovi. È convinto che il flusso interiore del film non si possa creare in sala montaggio. Non si tira indietro di fronte alle esigenze delle produzioni hollywoodiane né alle sfide dei film a basso costo. Nella sua carriera ha catturato su pellicola i punti di rottura delle emozioni umane e dei valori etici.
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