La Francia in tumulto: il governo di Michel Barnier cade dopo il voto sulla mozione di sfiducia
Il panorama istituzionale, costruito con fatica dopo le elezioni estive che hanno frammentato l’Assemblea Nazionale in 3 blocchi, precipita nelle ultime 24 ore. La mozione di censura presentata dalla sinistra viene votata con ampia maggioranza: servivano 289 voti, ne sono arrivati 331. Il governo cade, un fatto senza precedenti dal 1962.
Barnier cade dopo 3 mesi
L’esecutivo si sgretola dopo appena 2 mesi e 29 giorni di attività. La visita dell’ex premier francese Barnier in Italia viene cancellata. Barnier aveva in programma incontri con la premier Giorgia Meloni a palazzo Chigi oggi e con il Presidente Sergio Mattarella venerdì al Quirinale.
Dalla sinistra, Jean-Luc Melenchon attacca duramente: il leader della France Insoumise prende di mira il presidente Emmanuel Macron. “Anche con un Barnier ogni tre mesi, Macron non sopravviverà tre anni”, scrive su X. La richiesta di dimissioni del presidente è condivisa dalla capogruppo del partito di estrema sinistra, Mathilde Panot: “Macron deve andarsene subito”.
La destra non chiede le dimissioni di Macron
I voti della destra sono stati determinanti per la caduta del governo. Dal Rassemblement National, però, non si chiedono le dimissioni di Macron. Marine Le Pen giustifica il suo voto con la necessità di proteggere i francesi. Jordan Bardella, presidente di RN, dichiara che al momento non chiede le dimissioni di Macron, ma si aspetta la nomina di un nuovo primo ministro e una discussione sulla legge di bilancio.
Stasera parla il presidente
Stasera, alle 20, il discorso di Macron. Dopo il ritorno dal viaggio in Arabia Saudita, due giorni fa, il presidente esclude l’ipotesi di dimissioni, definendole “fiction politica”: “Sono stato eletto due volte dal popolo francese. Ne sono estremamente orgoglioso e onorerò questa fiducia con tutta l’energia che mi è propria fino all’ultimo secondo per essere utile al Paese”.
Ora, il Capo dello Stato deve affrontare una crisi istituzionale che si è materializzata nonostante i suoi appelli alla stabilità: “Non posso credere a un voto di sfiducia”, ha dichiarato Macron martedì sera. Ventiquattro ore dopo, il voto è arrivato.