Il Friuli Venezia Giulia (FVG) si trova attualmente ad affrontare una grave carenza di camionisti, con una stima di circa 200 posizioni vacanti nel settore. Questo problema non è limitato alla nostra regione, ma è un fenomeno che si sta estendendo in tutta Europa e anche in Italia. La crisi del settore dell’autotrasporto sta avendo ripercussioni significative, mettendo a rischio la continuità delle consegne e la stabilità dell’intera rete logistica. A dirlo è l’Ufficio studi della CGIA.
La carenza di camionisti: cause e conseguenze
Negli ultimi anni, la professione di camionista ha visto una crescente difficoltà nel reclutare nuovi autisti. Le ragioni principali di questa crisi includono lo stress elevato, l’impegno fisico e le lunghe ore di lavoro. Questi fattori hanno reso la professione meno attrattiva rispetto al passato. Inoltre, il costo per ottenere la patente di guida professionale (CQC) è molto elevato, scoraggiando molti giovani ad intraprendere questa carriera. Nonostante alcune aziende stiano cercando di alleviare questa problematica coprendo i costi della patente per attrarre nuovi autisti, la domanda resta ancora insoddisfatta. Secondo l’Ufficio studi della CGIA, trovare camionisti è diventato sempre più difficile, con un impatto negativo sulle operazioni di trasporto.
L’effetto Ferragosto: meno Tir sulle strade
Con l’arrivo di Ferragosto, il numero di Tir sulle strade è visibilmente diminuito. Questo calo è dovuto a diversi fattori, tra cui le ferie estive che riducono la domanda di trasporto di merci e il divieto di circolazione per i mezzi pesanti durante i fine settimana di agosto. Questi divieti, che limitano la circolazione dei mezzi con massa superiore a 7,5 tonnellate, sono stati imposti per facilitare il traffico dei vacanzieri. Tuttavia, la riduzione temporanea potrebbe essere solo un riflesso di una crisi più profonda e duratura nel settore dell’autotrasporto, che potrebbe accentuarsi nei prossimi anni.
La diminuzione delle imprese di autotrasporto: un trend preoccupante
Negli ultimi dieci anni, il numero delle imprese di autotrasporto in Italia è diminuito in modo significativo. Dal 2013 al 2023, sono state perse 21.248 imprese, passando da 101.935 a 80.687, con una contrazione del 20,8%. In Friuli Venezia Giulia, il calo è stato di oltre 570 ditte, pari a una riduzione del 32,3%. Questo trend è stato influenzato da diversi fattori, tra cui le crisi economiche, la concorrenza sleale dei vettori stranieri e un’intensa attività di aggregazione e acquisizione di piccole imprese. Queste aggregazioni hanno portato a una maggiore dimensione media delle aziende e a un aumento della produttività, ma anche alla scomparsa di molte piccole imprese locali.
La riduzione dei titolari di CQC: una minaccia per il futuro
Un altro aspetto critico è la significativa diminuzione dei titolari della Carta di Qualificazione del Conducente (CQC) per il trasporto merci. Dal 2019, il numero di titolari è calato da circa 1,2 milioni a meno di 770 mila. La fascia di età tra i 30 e i 54 anni ha subito una riduzione del 45-50%, mentre la maggioranza degli autisti attuali sono over 50. Questo scenario implica che, senza un’inversione di tendenza, molti di questi autisti andranno in pensione nei prossimi dieci anni, senza essere adeguatamente sostituiti. Se non verranno adottate misure efficaci, il settore potrebbe trovarsi in grave difficoltà.
La distribuzione delle imprese di autotrasporto in Italia e in Friuli Venezia Giulia
A livello provinciale, le città con il maggior numero di imprese di autotrasporto sono Roma, Napoli e Milano, seguite da Torino e Palermo. Queste cinque città rappresentano oltre il 20% delle imprese di autotrasporto in Italia. In Friuli Venezia Giulia, la provincia con il maggior numero di imprese è Udine, seguita da Pordenone, Trieste e Gorizia. Tuttavia, la crisi in atto e la difficoltà nel trovare nuovi autisti potrebbero ridurre ulteriormente la capacità delle imprese locali di soddisfare le esigenze di trasporto, con conseguenze potenzialmente gravi per la logistica regionale e nazionale.
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