TRIESTE – Al termine di un’indagine complessa coordinata dalla Procura di Pistoia, i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Trieste hanno eseguito un sequestro preventivo per circa 9 milioni di euro, nei confronti di due soggetti residenti nelle province di Pistoia e Massa Carrara, coinvolti in una frode sui crediti d’imposta legati al “bonus facciate”.
Una rete di crediti fittizi e auto-riciclaggio
L’inchiesta, avviata nel 2022, è partita da una società con sede a Trieste. Risalendo la catena delle cessioni dei crediti, gli investigatori sono giunti a una persona giuridica operante nel pistoiese, che fungeva da general contractor. Questo soggetto avrebbe trasmesso false comunicazioni all’Agenzia delle Entrate, ottenendo indebiti crediti fiscali per lavori in realtà inesistenti o sovrafatturati.
Lavori mai eseguiti e comunicazioni truccate
Le verifiche hanno rivelato che in molti casi i proprietari degli immobili non avevano mai commissionato alcuna ristrutturazione. Inoltre, sarebbe stata simulata anche la condizione necessaria per accedere all’agevolazione, ovvero il pagamento del 10% del valore dell’opera.
Crediti venduti e somme reinvestite
I crediti fiscali ottenuti illecitamente sono stati monetizzati cedendoli a banche e imprese private. La Guardia di Finanza ha analizzato nel dettaglio i movimenti successivi e scoperto che i proventi sono stati reinvestiti in beni di lusso e attività redditizie, tra cui lingotti d’oro, orologi di pregio, polizze vita e perfino uno stabilimento balneare con ristorante in Versilia.
Perquisizioni e misure cautelari
Parallelamente al sequestro, sono state effettuate perquisizioni personali e locali. Ai due indagati è stato notificato l’invito a comparire per l’interrogatorio, atto preliminare a una richiesta di custodia cautelare domiciliare.
Presunzione di innocenza
In linea con quanto previsto dal Decreto Legislativo 188/2021, si ricorda che la responsabilità penale potrà essere accertata solo con sentenza definitiva di condanna.