ROVIGO – Una vasta operazione della Guardia di Finanza ha messo fine alle attività di un’organizzazione criminale dedita a frodi fiscali, bancarotta fraudolenta e riciclaggio, con un meccanismo milionario basato su fatture false e società cartiere, molte delle quali riconducibili al settore tessile e attive per brand noti della moda italiana.
Coordinata dalla Procura della Repubblica di Rovigo, l’indagine ha portato all’esecuzione di 20 perquisizioni tra le province di Rovigo, Padova, Venezia, Latina e Roma, nonché all’emissione di un decreto di sequestro preventivo per oltre 7 milioni di euro. L’attività investigativa è stata condotta dal Gruppo e dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria delle Fiamme Gialle rodigine.
20 milioni di euro in fatture inesistenti
Tra i soggetti al centro delle indagini, due società con sede a Rovigo specializzate nel tessile, operative da anni come fornitori per marchi della moda nazionale ed estera. Una di queste è stata sottoposta a sequestro in virtù della responsabilità amministrativa degli enti, secondo quanto previsto dal D.Lgs. 231/2001.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, le imprese coinvolte avrebbero generato un giro illecito di oltre 20 milioni di euro in fatture per operazioni inesistenti, sfruttando una rete di otto società, tra cui alcune formalmente attive ma di fatto prive di una reale struttura produttiva o commerciale.
Il denaro illecito riciclato anche all’estero
Il denaro ottenuto tramite le false fatturazioni veniva ripulito attraverso canali esteri, in particolare tramite tre società con sede a Londra, una in Bulgaria e una in Svizzera. Il fine era reinserire nel circuito economico i capitali sporchi simulando transazioni commerciali fittizie, un meccanismo tipico del cosiddetto autoriciclaggio.
Le indagini hanno permesso di individuare una struttura criminale organizzata, con ruoli e competenze specifiche: da chi si occupava della creazione delle società cartiere, a chi emetteva le fatture false, fino ai soggetti che curavano il trasferimento dei fondi all’estero. L’obiettivo finale era duplice: ottenere indebiti vantaggi fiscali e proteggere i capitali illeciti.
Nel corso delle perquisizioni, la Guardia di Finanza ha sequestrato documentazione contabile, supporti informatici, contratti commerciali e materiale riconducibile a operazioni finanziarie sospette, che saranno oggetto di ulteriori approfondimenti.
Le indagini proseguono per identificare eventuali altri soggetti coinvolti
L’inchiesta non è conclusa. Le autorità inquirenti stanno proseguendo con accertamenti bancari, intercettazioni e analisi finanziarie per risalire all’intera filiera del sistema illecito. Al vaglio anche collegamenti con professionisti che potrebbero aver fornito consulenze strategiche per costruire l’architettura societaria e fiscale del sodalizio.