Il futuro della cardiologia nell’Isontino è stato al centro di un incontro che ha visto protagonisti l’assessore alla Salute del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Riccardi, il sindaco di Gorizia Rodolfo Ziberna, e alcuni professionisti del settore sanitario regionale. Durante il colloquio, Riccardi ha voluto chiarire la situazione relativa alla chiusura di reparti e alle modifiche organizzative nel sistema sanitario, in particolare per quanto riguarda le Unità di Terapia Intensiva Cardiologica (Utic).
“L’unità di cardiologia non chiuderà, l’atto che lo prevede è errato e va corretto”, ha dichiarato Riccardi, ribadendo che non vi è alcuna intenzione di compromettere il servizio cardiologico nella regione. Tuttavia, per quanto riguarda le Unità di Terapia Intensiva Cardiologica (Utic), la situazione è diversa: “Vanno aggiornati i modelli organizzativi per garantire una risposta sanitaria migliore e più efficiente, sulla base di metodi e condizioni che sono stati illustrati dal professor Sinagra e dalla dottoressa Lardieri”. Il Friuli Venezia Giulia, infatti, segue le linee guida ministeriali che prevedono la presenza di una sola Utic per una popolazione tra i 150.000 e i 300.000 abitanti, il che implica una riduzione da due a una sola Unità nel territorio dell’Isontino.
Riccardi ha inoltre riconosciuto le preoccupazioni del territorio di Gorizia, che rivendica il mantenimento della sede dell’Utic, sulla base degli impegni presi dalle amministrazioni precedenti. Tuttavia, il sistema sanitario attuale, secondo l’assessore, non è in grado di sostenere due Unità di Terapia Intensiva Cardiologica. “Una scelta dovrà essere fatta”, ha ribadito, esprimendo la necessità di un ragionamento razionale e ponderato, che non metta a rischio la qualità delle cure, ma ottimizzi le risorse disponibili.
Un altro tema emerso nel colloquio è stato l’utilizzo di personale a gettone o di medici provenienti da Paesi lontani. I professionisti del settore hanno espresso preoccupazione, ricordando che queste soluzioni non garantiscono una continuità nella cura dei pazienti, un aspetto cruciale per la qualità del servizio sanitario. “Non possiamo continuare a moltiplicare le strutture senza un piano razionale, rischiando di compromettere la salute delle persone”, ha sottolineato Riccardi.
Durante la riunione è stata segnalata anche una preoccupante abitudine da parte dei cittadini dell’Isontino: oltre il 40% dei residenti, anziché chiamare il numero di emergenza 112, si mette in macchina per recarsi direttamente in ospedale, aumentando drasticamente il rischio di conseguenze fatali. Riccardi ha evidenziato l’importanza di una corretta informazione per modificare questo comportamento e garantire un migliore percorso di cura.
Il Piano oncologico regionale è stato un altro tema trattato, con l’assessore che ha rassicurato il sindaco Ziberna sulla garanzia della presenza della componente chirurgica dell’ospedale Monfalcone-Gorizia nel Comitato oncologico regionale. “Questo ci permetterà di ridefinire la rete ospedaliera con l’obiettivo di ottimizzare le cure per i cittadini, guardando alle migliori soluzioni per la salute delle persone piuttosto che a singole strutture”, ha concluso Riccardi, confermando l’impegno della Regione nel garantire il miglior servizio possibile.