FRIULI – Parole, musica e storie, quelle che raccontano “Il Friuli indimenticabile che abbiamo dimenticato”, andranno in scena giovedì 3 novembre a Latisana (20.45 alla Chiesa di Sant’Antonio in via Antonio Gaspari 5) e venerdì 4 novembre a Majano (20.45 all’Auditorium in via P. Zorutti 14). «Con questa tournée sostenuta da Fondazione Friuli, ARLeF, Comunità Collinare del Friuli e Leggermente – hanno spiegato dall’Associazione Bottega Errante che ha pensato e promosso il progetto – vogliamo raccontare le vicende di quei friulani, uomini e donne, che nella loro vita hanno compiuto delle imprese straordinarie ma sono stati in qualche modo dimenticati o non sono saliti alla ribalta delle cronache. Con questa serie di spettacoli – dopo le date di novembre ne seguiranno altre – vogliamo accompagnare gli spettatori alla scoperta di una serie di figure che dalla propria radice friulana hanno saputo ricavare una originalità nel pensare e nell’operare che ora va recuperata e confrontata con l’oggi attraverso l’analisi dell’evoluzione storica».
LE STORIE – In scena ci saranno Paolo Patui nel ruolo di narratore (ma anche ispiratore del progetto con due dei suoi volumi “Scusate la polvere” e “Alfabeto friulano delle rimozioni”, entrambi pubblicati dalla casa editrice Bottega Errante), l’attrice Monica Mosolo nel ruolo di lettrice e Elvis Fior, il percussionista che creerà la colonna sonora delle storie. A loro spetterà il compito di dare nuova vita a sportivi formidabili come Armando Filiput, impresari lungimiranti come Marco Volpe o Carlo Lualdi, donne coraggiose come Virginia Tonelli e intraprendenti come Cora Slocomb, artisti seducenti come Adriana Ferrarese, architetti innovativi come Ottorino Aloisio o Antonio Berlam, geni eclettici come Luigi Rapuzzi. Figure e personaggi ormai dimenticati, a volte rimossi, che però hanno saputo dare nel tempo e nella storia un contributo fondamentale allo sviluppo e all’evoluzione dell’uomo e della società.
LE SCUOLE – Parallelamente agli appuntamenti teatrali, “Il Friuli indimenticabile che abbiamo dimenticato” entrerà anche negli istituti scolastici attraverso il coinvolgimento degli studenti delle scuole superiori di secondo grado. Paolo Patui incontrerà i ragazzi per raccontare alcuni di questi personaggi, in particolare quelli più vicini alla sensibilità e alle sfere di interesse delle generazioni più giovani. «Crediamo fortemente che un lavoro sulla memoria della nostra terra, e diretto ai più giovani, sia una delle chiavi per costruire dei cittadini più consapevoli delle proprie origini e, quindi, di ciò che sono e del luogo in cui vivono e lavoreranno».
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