Se “la pandemia non ferma il traffico di esseri umani”, come è stato scritto nei giorni scorsi sui mass media, è altrettanto vero che il Covid-19 ha imposto tutta una serie di provvedimenti tra cui quello stabilito dal DPCM, il quale statuisce che “chi proviene da Paesi dell’area Schengen possa entrare in Italia solo dopo essersi sottoposto al tampone entro 48 ore” prima dell’arrivo sul confine con ovviamente esito negativo.
Traspare poi dagli articoli stampa lo stupore o quasi nel riscontrare che nella “ex provincia di Trieste, che conta ben 56 valichi frontalieri, soprattutto i valichi minori in Carso siano “sguarniti”, anche da parte della polizia slovena.
A noi questa situazione non ci meraviglia per nulla: è la fotografia precisa di quanto il SAP ha denunciato in questi ultimi anni, una forza territoriale sul campo, nello specifico quello della Polizia di Frontiera del tutto inadeguato a poter assolvere a quanto necessita.
La Rotta Balcanica mai interrotta, solo appena allentata dal fisiologico periodo invernale e la gestione della pandemia sono solo due problemi in mezzo ad un mare di mille altri compiti da adempiere da parte della Polizia di Frontiera sulla cinta confinaria della provincia di Trieste.
Lamentiamo da molto tempo la scarsa attenzione da parte del Governo centrale per questo territorio in termini di sicurezza e soprattutto di uomini da assegnare alla Polizia di Frontiera, in costante sotto organico che oggi conta 104 unità contro le 120 previste quando sono stati “dismessi” i valichi confinari e soprattutto non si teneva in considerazione fenomeni enormi come la pandemia e una rotta Balcanica, oggi sempre più fiorente.
Non tragga poi in inganno il leggero saldo positivo che avremo nei prossimi giorni tra trasferimenti e le assegnazioni dei neo-agenti, perchè continua l’emorragia dettata dai numerosi pensionamenti di una Polizia che ha un’età media ormai troppo avanzata.
La scarsa attenzione a queste ed altre problematiche che il SAP da tempo denuncia è evidente, se portiamo ad esempio il fatto che ci sono voluti anni per ottenere due furgoni per il trasporto dei numerosi immigrati clandestini che vengono rintracciati sul nostro territorio e che siamo riusciti ad ottenere solo in prestito e nemmeno assegnati.
Ma la cosa più grave che si fa difficoltà perfino a dotare questi mezzi di opportuni quanto banali pneumatici invernali, fortemente performanti anche per la pioggia e determinanti nel garantire la sicurezza sia degli operatori di Polizia che degli immigrati.
Immaginiamo quindi che in caso di nevicata: gli operatori di Polizia dovranno prima montare le catene e poi recarsi nella zona boschiva a rintracciare e trasportare chi ha varcato il confine illegalmente?
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