«Abbiamo terminato la serie di assemblee sul territorio e in ospedale: abbiamo raccolto il disagio e la stanchezza dei lavoratori che in tutti i setting hanno manifestato gli stessi problemi». Sono le parole dei sindacalisti di Nursind, Cgil e Uil.
«L’azienda sanitaria continua con il proposito di non assumere: in piena quarta ondata ha prorogato di un solo mese i contratti a tempo determinati, sino al 30 dicembre 2021 – proseguono -. Non vi è il minimo rispetto per il personale e per i cittadini della provincia. Questa fiaba delle proroghe permane dall’inizio della pandemia e ha creato soltanto incertezze e fuggi fuggi del personale. I ricoveri per Covid-19 stanno aumentando e i servizi vengono ridotti, come per esempio le sale operatorie, per recuperare personale che vada in supporto nei reparti Covid, con il blocco delle ferie. Un paradosso: è come se un oncologo andasse a lavorare in ortopedia».
In sofferenza non sono solamente i reparti Covid: per esempio in medicina a San Vito al Tagliamento con 54 posti letto ci sono un infermiere e un operatore sociosanitario per quattordici pazienti. Anche l’assistenza domiciliare si vede depauperata di personale per mantenere in vita la Rsa di Sacile. In chirurgia generale la situazione sta esplodendo.
«Oggi avevamo 7 ricoveri con un posto letto disponibile (ora abbiamo unificato le chirurgie), a quanto pare la chirurgia della mano diventerà una nostra dependance perché non abbiamo posti e la degenza breve non può restare aperta sabato e domenica (per dare respiro) perché manca personale per poterla, appunto, tenere aperta – fanno sapere i sindacati -. Non so chi non voglia sospendere gli interventi differibili o se c’è un progetto in tal senso. Questa mattina era un delirio». La proporzione infermiere-operatore sociosanitario-paziente nei reparti Covid è molto bassa.
«Quando va bene c’è un infermiere per 12 pazienti: la proporzione dovrebbe essere un infermiere ogni 6 pazienti e lo stesso vale per gli operatori socio sanitari – ricordano i sindacati -. I numeri appena snocciolati devono essere raddoppiati almeno per dar modo di effettuare percorsi sporco-pulito per ridurre il rischio di diffusione del virus.
«A tutto questo non ci stiamo – concludono le sigle -. A breve intraprenderemo le strade istituzionali per salvaguardare i lavoratori e la salute dei cittadini. Il direttore generale di Asfo Joseph Polimeni deve cambiare “politica” e assumere personale. I soldi ci sono, pertanto si proceda con contratti a tempo indeterminato. La politica e le istituzioni del nostro territorio devono far sì che finisca questo scempio e che Polimeni rassegni le dimissioni».
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