In questo attuale momento l’Italia sta vivendo un momento importante di transizione per quello che è l’ambito delle cripto valute. Il mercato globale sta premendo il piede sull’acceleratore per avere una precisa istituzionalizzazione che crei, quindi, ordine nel settore. In questo panorama l’Italia si trova a dover tentare di conciliare quella che è l’innovazione finanziaria, al fianco della protezione degli investitori. Il quadro normativo non è ancora definito del tutto in Italia, ma in fieri. Gli investitori anche italiani sono sempre più interessati ad asset finanziari nuovi come il portafoglio Ethereum compatibile alle Defi e NFT. Questa tipologia di software, che si trova declinata per varie criptovalute, permette di interagire, in questo caso con la blockchain dell’Etherium, gestendo le interfacce DeFI, NFT e Stacking e rendendo più facile la gestione delle criptovalute al di là delle normative
Il costante lavoro dell’Europa e Italia
L’Italia sta facendo dei passi significativi verso quella che è la regolamentazione di tutto il settore relativo alle criptovalute. Gli exchange, che operano sul territorio nazionale, per esempio, sono obbligati a iscriversi al registro OAM, il cui acronimo significa Organismo Agenti e Mediatori. Il fatto che siano iscritti in questo registro è un primo tentativo di avere garanzie di trasparenza da parte di chi sono gli operatori.
In contemporanea si sta lavorando su un tavolo serrato alla tassazione: attualmente questa è al 26% sulle plusvalenze. L’avere questa tipologia di tassazione ha dato una disciplina di tipo fiscale. Rimane comunque uno degli argomenti più discussi. Già nel 2023 si è chiesto un aumento della tassazione in questo settore, arrivando al 42%. Se si applicasse questa percentuale sarebbe molto sfidante per gli operatori del settore e porterebbe parte del pubblico interessato, che ancora è una percentuale abbastanza esigua, a rivolgersi a mercati internazionali paralleli. La proposta attuale è del 33%.
Queste misure, che sono state applicate, risultano ancora frammentarie se le mettiamo in confronto agli standard di tipo internazionale. Uno dei massimi livelli di controllo di regolamentazione e performance è dato dalla Svizzera e da Singapore che sono oramai convalidati sui framework normativi.
L’Unione Europea è ancora in fase di studio di una normativa, attraverso lo sviluppo del regolamento MiCA: tale regolamento dovrebbe creare un quadro più armonico per tutti gli stati membri. Nonostante questo regolamento sia ancora in fase di definizione, le aziende che operano in Italia hanno diverse criticità. Infatti non hanno ancora delle linee guida chiare in ambiti cruciali come la gestione DeFI, quindi la finanza decentralizzata, e sugli NFT. Questo comporta che l’investitore si rivolga alla soluzione portfolio come quello Ethereum, per ovviare la problematica. Il fatto di doversi iscrivere al registro dell’OAM ha limitato l’ingresso di nuovi player, che si rivolgono ad altri paesi, anche nella stessa Unione Europea, che hanno regolamentazioni più snelle. Molte startup italiane hanno deciso di spostare la propria sede all’estero: è un esempio Young Platform che ha optato per la Lituania. Questo infatti è un paese che ha un sistema di regolamentazione più semplice.
Tutto questo è però un campanello d’allarme che va a minare il nuovo ecosistema di tipo finanziario. Per quello che riguarda gli investitori la situazione è altrettanto critica, infatti gli operatori iscritti dell’OAM implicano maggiore sicurezza rispetto al passato: in questi l’investitore può riconoscere gli operatori affidabili, al contempo però c’è ancora una scarsa educazione finanziaria per cui l’investitore non conosce ancora bene tutti i meccanismi della criptovaluta.
Cosa succede a livello internazionale
Volendo quindi fare un raffronto tra l’Europa e gli Stati Uniti, in un quadro in cui l’Italia sta cercando il suo equilibrio in Europa, possiamo dire che l’Europa, con lo studio della sua normativa, tende a puntare all’armonizzazione delle varie regolamentazioni degli stati membri, usando come strumento primario il MiCA e la sua implementazione. L’obiettivo primario è cercare stabilità finanziarie e protezione dei consumatori. Gli Stati Uniti hanno un approccio più frammentario e che crea delle opportunità, ma anche delle incertezze: sono più veloci sulle tecnologie prediligendole rispetto alla sicurezza del consumatore. Invece paesi come abbiamo anticipato essere, la Svizzera e Singapore hanno privilegiato la chiarezza a livello normativo, diventando dei leader del settore anche per chi vuole investire.
Ritornando a quello che riguarda l’Europa e in particolare l’Italia, il quadro normativo si sta ancora definendo anche in base al panorama che si sta proponendo. Il focus principale di questa area del mondo resta la tutela dell’utente e dell’investitore, il che probabilmente creerà una situazione meno ricca di opportunità come quella americana, ma in compenso molto più stabile e sicura proprio per chi si vuole avvicinare in sicurezza.