JESOLO. Confcommercio si stringe alla famiglia Grosso per la morte della signora Bianca Meneghello, venuta a mancare all’età di 84 anni.
Nel 1968 con il marito Nicola avvia a Jesolo un locale con cicchetteria e piccola cucina e, come si usava fare un tempo, annesso anche un alimentari o, come si chiamavano allora, un “casoin”. Una attività portata avanti con tanti sacrifici e tanta passione, della quale la signora Bianca era l’anima.
Negli anni, poi, viene chiusa la parte dell’alimentari, che si era dovuta scontrare con il proliferare dei nuovi supermercati, ma viene ampliata la parte della ristorazione, sempre più punto di riferimento per tutta la città. Nel 1980, dopo una completa ristrutturazione dei locali e stimolata da sempre più viva clientela, la famiglia decide di passare dalla piccola cucina ad un menu più ampio e arricchito. Quello che non cambia è la costante presenza della signora Bianca tra i fornelli. Anche quando l’attività è stata presa in mano, con la stessa passione, dal figlio Giorgio assieme a Sonia, lei era sempre là, presenza costante nel locale, magari continuando a dare un occhio in cucina e muovendo i mestoli a ritmo di musica, come faceva un tempo.
“E’ con immenso dispiacere che abbiamo appreso questa dolorosa notizia – ha commentato il presidente di Confcommercio San Donà-Jesolo, Angelo Faloppa – per la famiglia Grosso ed in generale per la città. E’ grazie alla passione, alla abnegazione, alla voglia di mettersi al servizio della città anche attraverso la ristorazione, che Jesolo è diventata la città apprezzata in Italia e nel mondo. Forse è possibile replicare un menu, un piatto, un locale, ma la componente umana, la passione, i sorrisi dei nostri imprenditori… questi nessuno li può copiare. E la signora Bianca, con il marito Nicola ed ora con Giorgio e Sonia, rappresenta e incarna quei valori su cui si è fondata la nostra città. Alla famiglia vadano le condoglianze mie personali, del delegato comunale Alberto Teso, del consiglio e di tutti i nostri collaboratori. Con la signora Bianca se ne va un pezzo della nostra storia. Quella stessa storia che Giorgio ha saputo portare avanti con quei principi fatti propri e che gli erano stati tramandati dai genitori”.