Russia pronta all’attacco: 50.000 uomini radunati per riconquistare Kursk
La Russia si prepara a sferrare l’attacco. Con la presenza di 50.000 uomini, tra cui soldati nordcoreani, Mosca intende riconquistare la regione di Kursk, attualmente occupata dall’Ucraina dal mese di agosto. Il New York Times descrive il piano russo per una svolta nella guerra, basandosi su informazioni provenienti da fonti americane e ucraine.
Cosa succede nel Kursk
Secondo una recente valutazione di Washington, la Russia sta concentrando le sue forze nel Kursk senza diminuire la presenza militare nell’est dell’Ucraina, che rimane la principale priorità sul campo di battaglia, permettendo a Mosca di intensificare la pressione su più fronti contemporaneamente.
Le truppe russe hanno già recuperato parte del territorio conquistato dall’Ucraina oltre il confine e continuano a spingere nel Donetsk. Recentemente, il ministero della Difesa ha annunciato la conquista della località di Volchenka, vicino a Kurakhove, nel distretto di Pokrovsk.
Nel Kursk, secondo fonti americane, i russi hanno minacciato per lungo tempo le posizioni ucraine con attacchi missilistici e fuoco di artiglieria, ma non hanno ancora lanciato l’attacco decisivo. Secondo le autorità di Kiev, è atteso nei prossimi giorni un attacco che coinvolgerà anche le truppe nordcoreane, le quali si sono addestrate insieme alle forze russe per l’imminente offensiva.
Kiev resistere all’assalto?
Gli ufficiali americani sono fiduciosi che le truppe ucraine manterranno le loro posizioni e che le forze russe e nordcoreane subiranno pesanti perdite, simili a quelle patite dalla Russia nell’Ucraina orientale.
Secondo gli analisti militari statunitensi, le perdite giornaliere delle truppe russe attualmente superano le 1.200 unità, principalmente a causa delle avanzate tattiche di fuoco d’artiglieria adottate da Kiev, che si sono dimostrate devastanti per Mosca e lo saranno probabilmente anche per i nordcoreani, privi di mezzi corazzati.
Nonostante ciò, se la Russia dovesse ottenere un vantaggio, potrebbe decidere di avanzare oltre il confine e spingere le forze ucraine ancora più indietro. Gli ufficiali americani non escludono la possibilità che Kim Jong-un autorizzi le sue truppe a operare in Ucraina per un periodo prolungato o che le limiti alla controffensiva nel Kursk. Alcuni ritengono che la Corea del Nord potrebbe ordinare alle sue truppe di fermarsi al confine senza entrare in Ucraina.
Perdite pesanti, ma Putin non si ferma
A differenza di Kiev, Mosca ha la capacità di rimpiazzare rapidamente le truppe in prima linea con nuove risorse umane. Nonostante abbia subito quasi 700.000 vittime tra morti e feriti dall’inizio del conflitto, Putin continua a disporre di un alto numero di soldati. Il mese di ottobre appena concluso è stato particolarmente pesante, come evidenziato da un’intervista all’ammiraglio Tony Radakin, capo di Stato Maggiore della Difesa del Regno Unito. Secondo Radakin, la Russia sta pagando un “prezzo straordinario” nell’ambito di quella che il Cremlino ha definito come “operazione militare speciale”.
“La Russia sta per raggiungere i 700.000 morti o feriti”, ha dichiarato Radakin, sottolineando che le perdite riguardano “piccole porzioni di territorio”. Sebbene la Russia stia ottenendo successi tattici e territoriali e stia esercitando pressione sull’Ucraina, Putin ha destinato oltre il 40% del budget pubblico alla difesa e alla sicurezza, un “enorme onere” per la Federazione Russa, che non rende noto il numero esatto dei caduti.
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