Lo sport italiano è in grado di raccontare di grandi imprese rimaste impresse negli annali e di momenti festosi per tutto lo Stivale. Talvolta, però, quelle che sembrano delle belle favole non si concludono nel migliore dei modi e alcuni singoli atleti mollano la presa prima del tempo. Nel tennis, in particolare, ha fatto parlare a lungo di sé Gianluigi Quinzi, che già a 25 anni ha deciso di ritirarsi dall’attività agonistica. Lui, che nel 2013 si era aggiudicato il torneo di Wimbledon giovanile senza perdere neanche un set ed era anche arrivato in testa al ranking ITF Junior. Se ad alti livelli oggi i pronostici sui tornei di tennis sono tutti per i vari Djokovic e Nadal, allora non c’era nessuno che sembrava poter superare Quinzi nella dimensione juniores. Le premesse per diventare un grande sportivo, d’altronde, erano già insite nelle radici familiari: la madre era una giocatrice di sci e pallamano, il padre si interessava proprio di tennis a Porto San Giorgio, dove Gianluigi è cresciuto.
Dopo aver accarezzato l’idea di dedicarsi allo sci alpino, Quinzi si tuffò nel tennis a 7 anni, per entrare poco dopo a far parte dell’accademia di Nick Bollettieri, in America. I successi in tenera età furono molteplici negli anni a venire e i suoi posizionamenti nelle classifiche generali erano tutti più che positivi. La prima soddisfazione nel professionismo arrivò nel 2011, a 15 anni, quando vinse un match al torneo ITF di Mazatlán ai danni dello svizzero Luca Margaroli. Una volta alzata l’asticella degli obiettivi, comunque, immancabili sono state anche le delusioni, ma nel 2013 è arrivato il primo titolo Futures a Casablanca.
Tra alti e bassi, Quinzi si è ritrovato nel 2021 ad occupare la 366esima posizione del ranking ATP e decise di virare sui tornei ITF, ma pur cambiando coach fatica a decollare, tanto da optare per un momentaneo ritiro viziato anche da qualche piccolo problema fisico. A inizio luglio, poi, l’inaspettato annuncio: Quinzi comunicava infatti di voler appendere la racchetta al chiodo, condizionato dalle eccessive pressioni e soprattutto dalle elevate aspettative che il mondo del tennis nutriva sulle sue prestazioni. In bacheca, due titoli dell’ATP Challenger Tour, mentre il suo miglior piazzamento nel ranking ATP è stato un 142esimo posto ottenuto nel 2019.
Terminata ufficialmente l’attività professionistica, il ragazzo si è concentrato sugli studi universitari, cercando di formarsi nel contempo anche come allenatore. Ad ogni modo, lo stesso Quinzi non ha mai nascosto di possedere anche qualche punto debole come la seconda di servizio e il diritto. In uno sport come il tennis, inoltre, la serenità mentale fa la differenza e non tutti riescono a mantenere il sangue freddo nelle situazioni di gioco più spinose, rischiando così di prendere decisioni avventate e sbagliate.
Nessun rimpianto, però. Quinzi ha dichiarato infatti pubblicamente di essere sicuro di aver dato il massimo, nonostante qualche limite, imparando anche dagli errori. Con i soli tornei Challenger non si riesce a tirare avanti, a meno che non si abbia qualche sponsor alle spalle. Il ritiro di Quinzi è stato dettato dunque anche da pure ragioni logistiche. Oggi Gianluigi sembra un ragazzo che ha ritrovato se stesso, ma non è escluso che in futuro non sia il tennis a ritrovare lui, sotto un’altra veste…
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