MAJANO / S’intitola “Cantare con l’acqua“: è un inedito, suggestivo laboratorio dedicato ai canti della tradizione orale friulana e veneta, patrimonio ricco quanto, purtroppo, condannato all’estinzione, in assenza di specifici progetti di salvaguardia. Ed è esattamente questo che avverrà domenica 29 ottobre, dalle ore 10 alle 17, nella splendida cornice dell’Hospitale di San Giovanni, in Comune di Majano (al civico 11 di piazza San Giovanni): la musicista e cantante Beppa Casarin guiderà il pubblico nell’apprendimento di una serie di canzoni legate al tema dell’acqua, appunto, ispirandosi proprio alle antiche melodie del mondo contadino, utilizzate spesso come forma di trasmissione orale di vicende che la grande Storia, quella ufficiale, non ha sempre considerato.
Indagare su tali repertori permette di scoprire modi e mondi musicali ed espressivi di straordinaria bellezza, che la cultura popolare ha via via adattato alle proprie necessità. Cantare oggi questi brani equivale pertanto a preziosa azione di riscoperta delle radici e di tutela di una ricchezza culturale che va, giocoforza, scomparendo. I canti verranno eseguiti sia in forma solistica che corale: particolare attenzione sarà dedicata al tipo di vocalità, peculiarità espressiva delle singole melodie.
L’evento – a partecipazione libera ma su prenotazione, effettuabile inviando una mail all’indirizzo fiumechecanta@gmail.com – si inserisce nel progetto “Il fiume che canta”, ideato e curato dall’associazione AvA – Arte Vita Anima e sostenuto dalla Comunità Collinare del Friuli, dalla Regione e dalla Fondazione Friuli; l’iniziativa gode inoltre della collaborazione dell’Associazione Amici dell’Hospitale ODV di San Tommaso di Majano e del patrocinio del Comune ospitante.
«Obiettivo del laboratorio – spiegano dall’Associazione AvA – è creare momenti di riflessione sul valore culturale che lo specifico materiale musicale ha avuto in passato e sull’importanza e sul significato della sua riproposizione. Avvicinare le persone al canto popolare significa far vivere loro esperienze nuove: l’atto della trasmissione avvierà un processo di scoperta e di esplorazione di patrimoni sconosciuti. La modalità di approccio alle melodie creerà fra i partecipanti una dimensione di complicità, un senso di appartenenza e di condivisione: ed è proprio da questo processo che nascono un gruppo e la forza espressiva della coralità».
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