La rievocazione storica del Medioevo a Valvasone è cominciata nel migliore dei modi: fin dalla serata di venerdì il numero di ingressi ha superato le aspettative, con un numero di entrate raddoppiate rispetto allo scorso anno. La manifestazione era andata in scena anche nel corso del biennio di pandemia, ma le cifre di quest’anno sanno finalmente di ritorno alla normalità: un ritorno che coincide con i festeggiamenti per la trentesima edizione della kermesse. Grandi apprezzamenti per la cena medievale: i protagonisti della serata sono stati il pasticcio di cacciagione e le ganasce di manzo.
La versione de “Il leone e il lupo” pensata appositamente per il Teatro dei misteri ha riscosso grande successo: le installazioni iper mediali dello spettacolo originario sono state sostituite da suggestivi giochi di fuoco per riportare la cornice della narrazione al tempo del medioevo. “Avevo già assistito allo spettacolo nel Castello al suo esordio in giugno: poterlo ammirare ancora, stavolta alla luce delle torce, mi ha regalato una prospettiva completamente nuova e da brividi” ha commentato uno spettatore.
Anche la giornata di sabato è stata un successo, con frotte di famiglie con bambini accorse per permettere ai piccoli di catapultarsi nell’Età di mezzo attraverso l’Avventura medievale e la Caccia ai mestieri.
Nell’aria si respira l’attesa per la sfilata in programma per le 17 di domani, con il Conte e i suoi cortigiani che attraverseranno le vie del borgo indossando pregiati abiti rosso, blu, verde e oro. Quello con il gruppo dei Nobili che animano la sfilata è un appuntamento fisso fin dalla prima edizione della rievocazione. I vestiti indossati dai figuranti hanno richiesto centinaia e centinaia di ore per il loro confezionamento e sono frutto di lunghe ricerche per essere il più possibile fedeli agli originali.
Uno degli angoli più affascinanti della rievocazione è quello del “mercatus magnus”, una vera e propria fiera medievale delle meraviglie. Dalle mani sapienti degli artigiani nascono gioielli e abiti, libri e sculture, attrezzi per i mestieri e oggetti di tutti i giorni; dal loro sapere si può imparare come un tempo tutto veniva fabbricato con pazienza, fatica, impegno e attenzione, quanto ogni piccola cosa era unica e preziosa perché completamente artigianale. Il maniscalco, le lavandaie, i cordai, gli alchimisti, i fabbricanti di spade e scudi, le sibille, il casaro, il panettiere e altri ancora: tutti chini sui propri banchi da lavoro per tenere vive arti antiche e trasmetterli agli occhi meravigliati dei passanti.
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