Udine – Per un’ora il Friuli è tornato indietro di un secolo. Al 1921, quando una commissione militare venne incaricata di individuare le undici salme non identificabili dei soldati tra i quali la gradiscana Maria Bergamas – in rappresentanza di tutte le madri che avevano perso un figlio nella Grande Guerra – avrebbe scelto il Milite ignoto.
Quei momenti, quell’atmosfera e quelle emozioni sono andate in scena ieri sera al teatro Giovanni da Udine, che ha ospitato l’unica data in regione dello spettacolo “Il figlio ritrovato. Milite ignoto. La scelta”, realizzato dalla compagnia Il Canovaccio e dall’Orchestra di fiati delle Forze operative nord dell’Esercito, che ha reinterpretato le musiche dell’epoca. La rappresentazione si basa sul diario di viaggio di uno dei componenti della commissione, Augusto Tognasso: monologhi seguiti con silenziosa partecipazione dall’affollata platea del teatro, nella quale spiccavano decine di fasce tricolori dei sindaci.
“Udine fu capitale della Grande Guerra – ha sottolineato il sindaco del capoluogo friulano, Pietro Fontanini, al termine della rappresentazione – e continua a manifestare, oggi come allora, il suo amore per l’Esercito e l’affettuoso ricordo di quanti morirono in quel conflitto terribile, che causò tanta sofferenza anche alla popolazione civile”.
Anche il presidente del Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin, che ha organizzato e fortemente voluto questo evento assieme alle Forze Armate e al Comune di Udine, ha messo in risalto il legame tra il Friuli e il Milite ignoto: “Lo testimoniano – ha detto – i tanti sindaci presenti qui oggi e la massiccia adesione alla proposta dell’Anci nazionale sulla cittadinanza onoraria da conferire al Milite”.
“Nelle fasi di preparazione dell’evento – ha proseguito Zanin – mi ero chiesto se non si rischiasse la retorica, se tutto questo potesse trasformarsi in un’auto-celebrazione del passato. Ma devo dire, complimentandomi con il maestro Taurisano e con gli attori, che lo spettacolo non è stato affatto retorico. E il suo momento più alto è forse la domanda di quel bambino che ha perso il padre e va ad augurare “buon compleanno” a una tomba senza nome. Un’immagine che ben rappresenta tutti gli orfani dei nostri caduti in guerra”.
“La guerra – ha concluso Zanin – è sempre la sconfitta della politica e dell’umanità; un’inutile strage, come la definì Benedetto XV. Anche se quel conflitto consentì all’Italia di diventare nazione, così come era stata pensata dai patrioti del passato”. In rappresentanza dell’Esercito, il comandante della brigata Ariete, generale Roberto Banci – nel portare i saluti del generale di Corpo d’armata Roberto Perretti, comandante delle Forze operative nord – ha sottolineato l’importanza di onorare la memoria dei caduti. Non solo quelli dei grandi conflitti mondiali, ma anche chi ha perso la vita nelle missioni internazionali degli anni più recenti. Banci è convinto che sia necessario “coinvolgere i giovani, spiegando loro cosa successe e cosa stiamo facendo. Altrimenti, rischiamo di non celebrare il duecentesimo e il trecentesimo anniversario della nostra Italia”.
Visiti spesso Nordest24? Ora puoi rimuovere tutta la pubblicità e goderti una lettura più piacevole, veloce e senza distrazioni. Clicca qui per maggiori informazioni