Dominique Pelicot condannato a 20 anni: non ricorrerà in appello
Dominique Pelicot, il marito accusato di aver sedato e fatto violentare per anni la moglie Gisèle, ha deciso di non presentare ricorso contro la sentenza di 20 anni di carcere pronunciata a suo carico da un tribunale di Avignone. Questa scelta è stata comunicata dalla sua avvocata Béatrice Zavarro a France Info. La decisione di non appellarsi è stata presa nonostante almeno 15 degli altri 50 imputati nello stesso processo abbiano scelto di farlo.
51 condanne nel processo per gli stupri ai danni di Gisele Pelicot
Il processo per gli stupri ai danni di Gisele Pelicot si è concluso con 51 condanne. La vicenda ha attirato l’attenzione a livello internazionale non solo per la gravità dei reati commessi, ma anche per il coraggio della vittima. Gisele ha deciso di lottare e ha voluto rendere pubbliche le udienze, per sottrarre la vergogna e “farla ricadere altrove”, come ha spiegato uno dei suoi legali. La corte penale di Vaucluse ha condannato Dominique Pelicot a 20 anni di reclusione, riconoscendolo colpevole di aver sedato e violentato la moglie per un decennio, coinvolgendo decine di uomini. La sentenza prevede anche una pena di sicurezza di due terzi, limitando eventuali agevolazioni per il detenuto. La punizione inflitta a Pelicot è stata la massima prevista per stupro aggravato.
Nessuno dei 50 co-imputati è stato assolto nel processo di Vaucluse. Le condanne comminate a loro, che vanno da un minimo di tre anni in su, sono state inferiori alle richieste dell’accusa e a quelle inflitte a Pelicot. La Corte ha voluto sottolineare la differenza tra l’imputato principale e gli altri coinvolti attraverso una progressione di pene. Ad esempio, Jean-Pierre M. è stato condannato a dodici anni di carcere, meno dei diciassette richiesti dalla pubblica accusa. L’uomo è stato descritto come il ‘discepolo’ di Dominique Pelicot e condannato per atti commessi contro la moglie di Pelicot. Complessivamente, l’accusa aveva richiesto 652 anni di reclusione per i 51 imputati, ottenendo alla fine 428 anni di detenzione.
Al termine del processo, i 18 imputati già in custodia sono rimasti detenuti, mentre per i 32 imputati liberi sono stati emessi 23 mandati di cattura immediata. Tre imputati, per motivi di salute, saranno incarcerati in strutture adeguate. Sei imputati sono stati rilasciati, o perché la sentenza copre la custodia cautelare già scontata, o perché la pena sarà adeguata direttamente.