UDINE – Franco Marini, figura di spicco dell’ospitalità udinese, è scomparso all’età di 88 anni. La notizia della sua morte è stata annunciata dal figlio Edoardo sui social, suscitando numerosi messaggi di cordoglio. Marini ha dedicato gran parte della sua vita alla gestione dell’Hotel Là di Moret, una struttura che dalla sua fondazione nel 1905 ha rappresentato un punto di riferimento per la città di Udine e per la ristorazione friulana.
La storia dell’hotel Là di Moret e della famiglia Marini
La storia della famiglia Marini è legata indissolubilmente all’hotel Là di Moret. Fondata dal nonno Giovanni, l’attività è cresciuta nel corso del tempo, diventando una delle principali realtà ricettive di Udine. Franco Marini, insieme alla moglie Margherita, ha continuato l’opera di rinnovamento e sviluppo, introducendo nuove offerte gastronomiche e ampliando i servizi. Nel 1966, ha preso le redini della struttura, trasformandola in un luogo di accoglienza di alta qualità, che include anche il ristorante Al Fogolar 1905 e il centro benessere Blu Moret
Un esempio di passione per il lavoro e per la libertà
Franco Marini è stato ricordato da molti per la sua passione per il lavoro e la sua filosofia di vita. Il figlio Edoardo ha descritto il padre come una persona che ha sempre cercato la libertà, pur mantenendo un forte legame con le proprie radici professionali. La sua etica del lavoro e la capacità di perdonare sono state fondamentali per la sua famiglia e per chi lo ha conosciuto.
Il ricordo del figlio Edoardo sui social
“Ciao papà! Te ne sei andato in silenzio come hai vissuto, ci hai insegnato tante cose che resteranno sempre dentro di noi. La prima è l’amore per il lavoro, per te il ristorante era vita e passione. La seconda è la libertà, la cercavi a modo tuo e la ottenevi senza disturbare gli altri, costringerti era come toglierti l’aria, leggerezza e divertimento dovevano avere sempre spazio nelle tue giornate. Abbiamo goduto delle tue amicizie, attentamente selezionate tra i personaggi più originali e divertenti del circondario. Il conte De Paris, Giman, Szoke, Cavedon, Pitassi e gli altri che ti hanno preceduto, ti staranno accogliendo dall’altra parte per continuare a prendersi gioco della vita e farvi due risate.
La terza, ma non l’ultima è il perdono, la libertà senza perdono non esiste e tu sapevi perdonare come nessuno. Spesso quando litigavamo per ragioni di lavoro, rimanevo meravigliato per come non serbavi nessun tipo di rancore, sapevi perdonare dal profondo e questo credo sia il più bell’insegnamento che mi hai dato, ne avevo proprio bisogno e ne farò tesoro. Buon viaggio papà! Vai nel regno dei buoni, io lo so che hai voluto bene a tante persone e non sapevi voler male a nessuno!”