La situazione rimane difficile e le previsioni non promettono nulla di buono. Gli effetti provocati dall’emergenza sanitaria e dal rincaro delle bollette sono stati negativi. Dal confronto tra la media 2021e quella del 2020, in Friuli Venezia Giulia (FVG) le due categorie più importanti che caratterizzano il mondo del lavoro autonomo, vale a dire gli artigiani e i commercianti con una posizione aperta presso l’Inps[1], sono diminuite complessivamente di 304 unità. Se gli artigiani hanno subito una contrazione contenutissima, pari a 17 unità, molto significativo è stato il “tonfo” dei commercianti; il numero complessivo è sceso di 287 iscritti (-0,84%). Quella del piccolo commercio è una lenta agonia che sta impoverendo sempre più anche i centri storici e le periferie di paesi e città del FVG che vedono aumentare a dismisura il numero delle botteghe e dei negozi sfitti. Complessivamente, comunque – tra titolari, soci e collaboratori familiari –in FVG rimangono attivi 34.008 commercianti e 34.222 artigiani. A segnalarlo è l’Ufficio studi della CGIA.
- Situazione critica a Udine e Pordenone. Bene Trieste
A livello provinciale, in termini percentuali la situazione più critica si è verificata in provincia di Udine: tra il 2021 e il 2020 si è verificato il -0,92% di commercianti (in valore assoluto -147) e il -0,83% di artigiani (-141). Male anche Pordenone: -0,20% di artigiani (-19), ma, soprattutto,-1,41% di negozianti (-120). E’ andata decisamente meglionelle due province giuliane. A Gorizia il numero dei commercianti è sceso di sole 10 unità, mentre il numero di artigiani è aumentato di 30. Anche a Trieste, infine, i commercianti sono scesi di 10 unità, ma lo stock di artigiani è invece cresciuto di ben 113 addetti.
- Colpiti i più fragili e gli indifesi
Questi dati dimostrano inequivocabilmente che il deterioramento del quadro economico causato dal Covid in questi ultimi due anni e mezzo ha colpito i lavoratori più fragili, quelli senza alcuna tutela, quelli privi di alcun ammortizzatore sociale;vale a dire la parte più debole del nostro mercato del lavoro. Ovvero, gli artigiani, i piccoli commercianti e in generale le partite Iva, tanti giovani liberi professionisti che a fronte dei ripetuti lockdown e della conseguente caduta dei consumi interni sono stati costretti o sarebbero nelle condizioni di gettare definitivamente la spugna.
- I rincari delle bollette peggioreranno la situazione
L’aumento esponenziale dei prezzi, il caro carburante e quello delle bollette potrebbero peggiorare notevolmente la situazione economica di tantissime famiglie, soprattutto quelle composte da autonomi. Nel ricordare che anche in FVGil 70 per cento circa degli artigiani e dei commercianti lavora da solo, ovvero non ha né dipendenti né collaboratori familiari, moltissimi stanno pagando due volte lo straordinario aumento registrato in questi ultimi 10 mesi dalle bollette di luce e gas. La prima come utenti domestici e la seconda come micro imprenditori per riscaldare/raffrescare e illuminare le proprie botteghe e negozi. E nonostante le misure di mitigazione introdotte in questi ultimi mesi dal Governo Draghi, i costi energetici sono esplosi, raggiungendo livelli mai visti prima.
- Soffre anche la grande distribuzione
La chiusura di tantissime piccole attivitàeconomiche è riscontrabile anche a occhio nudo; basta girare a piedi per accorgersi che sono sempre più numerosi i negozi e le botteghe con le saracinesche abbassate 24 ore su 24. Un fenomeno che sta interessando sia i centri storici sia le periferie delle città anche della regione più a est del Paese, gettando nell’abbandono interi isolati, provocando un senso di vuoto e un pericolosopeggioramento della qualità della vita per chi abita in queste realtà.Meno visibile, ma altrettanto preoccupante, sono le chiusure che hanno interessato anche i liberi professionisti, gli avvocati, i commercialisti e i consulenti che svolgevano la propria attività in uffici/studi ubicati all’interno di un condominio. Insomma, le città stanno cambiando volto: con meno negozi e uffici sono meno frequentate, più insicure e con livelli di degrado in aumento. La moria di attività sta colpendo anche coloro che storicamente sono sempre stati in concorrenza con i negozi di vicinato; ovvero i centri commerciali. Anche la Grande Distribuzione Organizzata (GDO) è in grosse difficoltà e non sono poche le aree commerciali al chiuso che anche in FVGpresentano intere sezioni dell’immobile precluse al pubblico, perché le attività presenti precedentemente hanno abbassato definitivamente le saracinesche.
N° posizioni aperte presso l’Inps di titolari, soci e
collaboratori familiari
Prov./Regione | Categorie | 2020 | 2021 | Var. % | Var. ass. |
Udine | artigiani | 16.948 | 16.807 | -0,83 | -141 |
commercianti | 15.950 | 15.803 | -0,92 | -147 | |
Gorizia | artigiani | 2.818 | 2.848 | +1,06 | +30 |
commercianti | 3.535 | 3.525 | -0,28 | -10 | |
Trieste | artigiani | 5.065 | 5.178 | +2,23 | +113 |
commercianti | 6.303 | 6.293 | -0,16 | -10 | |
Pordenone | artigiani | 9.408 | 9.389 | -0,20 | -19 |
commercianti | 8.507 | 8.387 | -1,41 | -120 | |
FRIULI VENEZIA | artigiani | 34.239 | 34.222 | -0,05 | -17 |
GIULIA | commercianti | 34.295 | 34.008 | -0,84 | -287 |
[1] Riguardano titolari, soci e collaboratori familiari.
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