Netanyahu, Gallant, Deif: la reazione al mandato d’arresto
La reazione proveniente dall’ufficio di Benjamin Netanyahu è stata definita “assurda”, “antisemita” e basata su falsità e bugie. Il premier israeliano e l’ex ministro della Difesa Gallant sono stati colpiti da un mandato d’arresto emesso dalla Corte penale internazionale per presunti crimini di guerra. L’ufficio di Netanyahu ha respinto fermamente le accuse, dichiarando che Israele non si piegherà alla pressione e non arretrerà nella realizzazione degli obiettivi di guerra.
Secondo l’ufficio di Netanyahu, la decisione è stata presa da un procuratore capo corrotto che cerca di scampare a gravi accuse di molestie sessuali e da giudici che alimentano un odio antisemita verso Israele. Il premier israeliano ha sottolineato che nessuna decisione esterna impedirà a lui e al suo Paese di continuare a difendersi in ogni modo possibile.
Netanyahu, Gallant, Deif: le ragioni del mandato d’arresto
La Corte penale internazionale ha emesso mandati di cattura per Netanyahu, Gallant e anche per il capo del braccio armato di Hamas, Mohammed Deif. I tre giudici hanno accusato i due leader israeliani di crimini contro l’umanità e crimini di guerra, affermando che saranno arrestati se si recheranno in uno dei 120 Paesi membri della Cpi.
Le implicazioni pratiche della decisione potrebbero essere limitate, poiché Israele e gli Stati Uniti, principale alleato del Paese, non sono membri della Corte. Tuttavia, il procuratore capo della Corte penale internazionale ha fatto un appello affinché i Paesi aderiscano ai mandati di arresto.
La reazione di Hamas
Hamas ha accolto con favore la decisione della Corte penale internazionale, definendola un passo importante verso la giustizia. Il movimento palestinese ha chiesto che tutti i leader israeliani siano ritenuti responsabili e ha invitato i Paesi del mondo a cooperare con la Corte per arrestare i presunti criminali di guerra.
La reazione degli Usa
Gli Stati Uniti hanno respinto categoricamente la decisione della Corte penale internazionale su Netanyahu e Gallant, sottolineando che la Corte non ha giurisdizione sulla questione. Il Consiglio di sicurezza nazionale ha espresso preoccupazione per gli errori procedurali che hanno portato a questa decisione.
Cosa dice l’Italia
Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha definito la sentenza della Corte Penale Internazionale come sbagliata, equiparando il Presidente israeliano e il Ministro della Difesa israeliano con il capo degli attentatori. Crosetto ha sottolineato le differenze tra un atto terroristico e la risposta israeliana, ribadendo che l’Italia rispetterà le normative internazionali in caso di arrivo dei due leader in Italia.
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