“Avevo rimandato la vaccinazione due volte, avevo paura, nutrivo dei dubbi, non ero del tutto convinta. Beh, se avessi saputo cosa rischiavo… Rinviare ha messo la mia vita in serio pericolo. Non rimandate per dubbi o paura: si muore di coronavirus, non di vaccino“.
A parlare è Tania, 48enne di Rustega di Camposampiero (Padova), sposata e madre di tre figli, finita per quindici giorni in Rianimazione all’ospedale di Cittadella (Padova) dopo essersi ammalata di Covid-19 a inizio agosto, che ha voluto rendere pubblica la sua vicenda, invitando a vaccinarsi, attraverso la Ulss 6 Euganea.
“Ho preso il Coronavirus dapprima solo con febbre – racconta – poi, non essendo ancora vaccinata, la situazione è rapidamente peggiorata. Mi mancava il respiro e sono stata ricoverata d’urgenza nella terapia intensiva di Cittadella con un polmone già infettato e l’altro rimasto sano per un quarto. Il quadro clinico era molto grave e le previsioni di non farcela non erano certo non tenute in considerazione. I medici mi hanno sedata, addormentata per una settimana”.
“Miracolosamente – prosegue Tania – le terapie hanno cominciato a fare effetto assieme a tutte le persone che mi sono state vicine e hanno pregato per me. Ora un po’ alla volta con un apparecchio per l’ossigeno la mia salute va migliorando, ma i giorni trascorsi in terapia intensiva sono indelebili”.
Ad ammalarsi nella famiglia, oltre a Tania, anche i tre figli, tutti non vaccinati, uno dei quali è dovuto ricorrere a cure ospedaliere, ma fortunatamente ripresosi in fretta. L’unico che non ha conosciuto il Covid è il marito, vaccinatosi prima dell’estate.
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