Trieste ha rappresentato un elemento importante della storia dell’urologia nel nostro Paese e quanto fatto in passato da professionisti del calibro del professor Belgrano oggi trova autorevoli eredi. Inoltre, grazie alla forte collaborazione instauratasi tra Regione, Università e Azienda sanitaria universitaria Giuliano Isontina a breve verrà completata la stesura dell’atto aziendale di quest’ultima, nel quale troverà posto e risorse l’ampio progetto di promozione della salute che sarà sviluppato in tutto il Friuli Venezia Giulia.
È questo, in sintesi, il messaggio lanciato dal vicegovernatore con delega alla Salute alla presentazione del nuovo litotritore elettroidraulico di ultima generazione per la litotrissia extracorporea ad onde d’urto, del valore di 436mila euro, del quale si è dotato l’Ambulatorio calcolosi urinaria e trattamento ESWL (litotrissia) dell’ospedale di Cattinara a Trieste. Grazie a questo investimento la Clinica urologica del capoluogo regionale è l’unica struttura in Friuli Venezia Giulia che può disporre di un litotritore sempre presente, fruibile quotidianamente, anche in urgenza, nei casi di calcolosi sintomatica.
L’esponente della Giunta ha evidenziato come il problema dei calcoli renali, riducibile bevendo molta acqua, rappresenti un ottimo esempio degli ambiti sui quali è necessario intervenire promuovendo comportamenti vantaggiosi per le persone e sviluppando percorsi di prevenzione e trattamenti che garantiscano la tenuta economica del sistema sanitario.
Il litotritore, attivato negli scorsi mesi nonostante l’emergenza sanitaria, ha già consentito di trattare più di 70 persone provenienti da tutto il Friuli Venezia Giulia e da altre regioni.
La calcolosi urinaria, i cosiddetti calcoli, è la patologia urologica che determina il maggior numero di accessi al Pronto soccorso e il maggior numero di ricoveri presso una struttura urologica. La Clinica Urologica di Trieste vanta un’esperienza trentennale nella diagnosi e trattamento di questa patologia. Il litotritore si compone essenzialmente di un contenitore pieno d’acqua ed una membrana a contatto con il corpo, che permette la trasmissione delle onde d’urto.
Si tratta di una tecnica mininvasiva basata sull’uso di onde d’urto, che vengono indirizzate senza danneggiare i tessuti, fino ai calcoli e riescono a sbriciolarli. Il trattamento prevede un ricovero in Day Hospital, ha una durata di circa 40 minuti e viene eseguito con semplice analgesia. Dopo un breve monitoraggio i pazienti possono raggiungere il proprio domicilio.
La presentazione del macchinario ha offerto l’occasione al vicegovernatore per sottolineare la necessità di rivedere i criteri d’accesso alle professioni sanitarie e di sviluppare le scuole di specializzazione. Se da un lato la Regione sta lavorando sugli investimenti infrastrutturali e tecnologici del Piano nazionale di ripresa e resilienza dall’altro è altrettanto importante compiere grande investimenti sul capitale umano.
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