LIMENA (PADOVA) – Alessio Battaglia, 40enne arrestato per l’omicidio di Franco Bergamin, ha confessato il delitto, aggiungendo dettagli che lasciano ancora molte domande senza risposta.
La confessione dell’assassino
Secondo la versione dei fatti fornita da Alessio Battaglia, la vicenda si sarebbe sviluppata in seguito ad una violenta lite tra i due, che ha avuto come tragico epilogo la morte dell’80enne. Durante l’interrogatorio, Battaglia ha ammesso di essere stato sopraffatto dal panico. In uno stato di confusione, avrebbe cercato di nascondere il cadavere in due sacchi della spazzatura, riponendolo in un armadio.
Un omicidio pianificato?
Non è la prima volta che Battaglia entra in contatto con la giustizia. Con un passato di estorsioni e violenza, l’uomo è stato arrestato per omicidio volontario e per il reato di occultamento di cadavere. Le indagini, ora, sono focalizzate sul cercare di comprendere il motivo che ha spinto l’assassino ad agire con tanta violenza. Le ipotesi più plausibili suggeriscono che il movente possa essere legato ad una questione di soldi, ma gli investigatori non escludono altre piste.
La scena del crimine e il ritrovamento del corpo
L’omicidio è avvenuto all’interno della casa in cui i due convivevano da circa due anni, situata in via Papa Giovanni XXIII a Limena. Il corpo di Franco Bergamin è stato ritrovato solo due settimane dopo la sua morte, segno del tentativo di Battaglia di nascondere il crimine. Il ritrovamento è avvenuto grazie ad un lavoro investigativo meticoloso che ha portato gli agenti a scoprire il nascondiglio del cadavere, in un armadio all’interno dell’abitazione.
In corso le indagini per stabilire il movente
Le indagini proseguono, e ora gli inquirenti si concentrano su ulteriori dettagli del passato di Battaglia e sul contesto in cui è avvenuto il delitto. I legami tra i due uomini e il possibile movente economico potrebbero aiutare a chiarire gli ultimi dettagli. Battaglia rimane in carcere.