Il processo Open Arms: Salvini atteso per la sentenza
Dopo ventiquattro udienze, tre anni di processo e quarantacinque testimoni, si è giunti al verdetto nel processo Open Arms a Palermo. Il vicepremier e ministro dei Trasporti Matteo Salvini è accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio. I giudici si sono ritirati in Camera di consiglio per emettere la sentenza, prevista “non prima delle 18”. L’accusa è di aver negato lo sbarco, per diciannove giorni, a 147 migranti soccorsi dalla ong spagnola Open Arms.
La Procura: “Diritti umani prima di tutto”
Secondo la Procura di Palermo, Salvini aveva l’obbligo di assegnare un porto sicuro all’imbarcazione almeno dal 14 agosto 2019. La Procuratrice aggiunta Marzia Sabella ha accusato il ministro di aver violato i diritti umani delle 147 persone a bordo, agendo con spregio delle regole e determinando il caos istituzionale. La Procura ha ribadito l’importanza di mettere i diritti umani al primo posto.
L’arringa della difesa: “Processo politico”
La difesa ha sostenuto che il processo è politico e ha presentato una memoria di 296 pagine. Secondo l’avvocato Giulia Bongiorno, Open Arms aveva diverse possibilità per far sbarcare i migranti e la situazione poteva essere risolta in modo diverso. La difesa ha anche sottolineato che ci sono elementi che suggeriscono un coinvolgimento esterno nell’operazione della ong spagnola. Per la difesa di Salvini, il processo è politico e mira a danneggiare l’ex ministro.