TREVISO. La carenza di personale infermieristico è ormai un problema strutturale. L’ultima criticità ha toccato nei giorni scorsi la Neurologia dell’ospedale Ca’ Foncello di Treviso, dove il personale è stato costretto a fronteggiare una situazione emergenziale dovuta a numerose assenze, alcune già in essere, altre insorte improvvisamente, che hanno reso necessario il ricorso a doppi turni nella stessa giornata. Questo ha comportato il richiamo in servizio di alcuni infermieri che avevano appena smontato dal turno di notte e sono rientrati al lavoro il pomeriggio, derogando così alle 11 ore di riposo consecutivo tra un turno e l’altro, previste dalle direttive europee e italiane a garanzia della sicurezza di operatori e pazienti.
«La sofferenza di Neurologia è solo l’ultima in ordine di tempo, dopo le difficoltà nei Pronto soccorso di Oderzo e Castelfranco e nella Pediatria di Montebelluna dove talvolta il personale infermieristico ha effettuato turni di 12 ore non-stop. Alla luce di questa situazione, considerata l’attuale mancanza di personale infermieristico da assumere, torniamo a chiedere all’Ulss 2 di individuare risorse dedicate a garantire un adeguato riconoscimento economico al personale che, con spirito di servizio e abnegazione, effettua quindi orario aggiuntivo» dichiara Guerrino Silvestrini, responsabile Nursing Up Veneto che sta seguendo la situazione insieme ad Annarita Secchi, coordinatrice Nursing Up per la provincia di Treviso.
A tal proposito le soluzioni fin qui individuate non risultano sufficienti: il budget dei progetti estivi è già esaurito per il distretto di Treviso; quindi, l’Ulss 2 sta attingendo dai fondi del progetto “Chiamata in servizio” che prevedono l’assegnazione di 45 euro complessivi per un intero turno, un’opzione che Nursing Up giudica del tutto insufficiente e inadeguata.
Inoltre, durante l’ultimo tavolo di trattativa del 9 agosto si è discussa la destinazione dei fondi residui, pari a €1.700.000 relativi all’anno 2023: la sigla sindacale Nursing Up ha proposto l’accantonamento di una quota parte di questa somma da destinare alle situazioni emergenziali, quali richiami in servizio, salti di riposo, prolungamento dell’orario di lavoro, come avvenuto ad esempio in Neurologia. Tale proposta, non è stata accolta dall’Azienda ospedaliera ed inoltre è stata respinta da tutte le altre sigle sindacali, uno stallo al quale occorre ora porre rimedio.
«È assolutamente necessario destinare risorse economiche a copertura delle carenze di personale dei prossimi mesi, in attesa dei nuovi stanziamenti per l’anno che verrà e tenendo presente che all’interno del comparto la continuità assistenziale spetta all’infermiere» aggiunge il referente di Nursing Up. «Le evidenti lacune del sistema sanitario devono quindi vedere impegnata, ora come non mai, l’Azienda ospedaliera di Treviso a reperire con urgenza risorse aggiuntive per ristorare il personale che sarà chiamato a svolgere attività aggiuntive nei reparti da qui a dicembre, fronteggiando il picco autunnale di ricoveri per patologie stagionali» prosegue la coordinatrice provinciale Annarita Secchi.
La sigla sindacale Nursing Up Veneto da tempo si sta facendo promotrice anche presso la Regione Veneto di istanze che hanno l’obiettivo di ottenere interventi tempestivi e strutturali a beneficio del personale infermieristico che, all’interno del comparto, sta garantendo la tenuta del sistema a fronte di enormi sacrifici. Conclude Silvestrini: «Monitoreremo affinché la Regione porti avanti azioni concrete per aumentare l’attrattività della professione infermieristica, attraverso un idoneo riconoscimento professionale ed economico».
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