L’introduzione del granchio blu, o Callinectes sapidus, nelle acque italiane è un fenomeno piuttosto recente. Originario delle coste atlantiche dell’America, la sua presenza nel Mediterraneo è dovuta principalmente ai mutamenti climatici che hanno alterato gli habitat e le correnti marine. Questo crostaceo, con la sua sgargiante colorazione, ha conquistato non solo le spiagge ma anche le tavole dei buongustai.
La tentazione di una pesca facile e lucrosa
Con una crescente domanda nei ristoranti e tra i gourmet per il suo sapore unico e delicato, il granchio blu è diventato oggetto di desiderio per molti pescatori, sia professionisti che amatoriali. Tuttavia, non tutti sono a conoscenza, o scelgono di ignorare, le regolamentazioni in vigore per la sua pesca, specialmente nelle aree protette come il lago di Fogliano.
Il Parco Nazionale del Circeo interviene
L’oasi del lago di Fogliano, inserita nel contesto del Parco Nazionale del Circeo, rappresenta un ecosistema delicato e protetto. La pesca, seppur sportiva, all’interno del lago necessita di una specifica licenza rilasciata dall’ente gestore del parco. Coloro che vengono sorpresi a pescare granchi blu senza il dovuto permesso, oltre a ricevere una salata multa di circa 300 euro, vedono anche il sequestro della loro attrezzatura da pesca.
Le regole della pesca in mare
Mentre nel lago di Fogliano le regolamentazioni sono particolarmente stringenti, in mare aperto la pesca sportiva del granchio blu segue le normali normative. I pescatori amatoriali possono pescare fuori dagli orari di balneazione e fino ad un limite di 5 chili di pesce e molluschi al giorno per singolo individuo.
La presenza del granchio blu nelle acque italiane, se da un lato ha arricchito la biodiversità marina, dall’altro ha messo in luce la necessità di una maggiore sensibilizzazione e informazione sulla corretta pratica della pesca, specialmente in aree protette.
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