TRIESTE – Un pescatore subacqueo è stato sanzionato con una multa complessiva di 5.000 euro per aver violato le normative di pesca nella zona di Muggia. Il pescatore, di nazionalità slovena, è stato sorpreso dalla Capitaneria di Porto di Trieste mentre operava in un’area vietata, utilizzando equipaggiamenti non autorizzati e raccogliendo specie marine protette.
Violazioni accertate e sanzioni
L’attività di controllo, condotta dal nucleo ispettori pesca della Capitaneria di Porto di Trieste con il supporto del nucleo nostromi, ha rivelato gravi irregolarità. Il pescatore, sorpreso nella baia di Muggia vicino al Cantiere Navale Segnavento, è stato trovato in possesso di una rete plastica contenente 2,5 kg di tartufi di mare, comunemente noti come “dondoli”, raccolti illegalmente.
Le infrazioni accertate includono la pesca in zone e tempi vietati, l’assenza della boa di segnalamento, e l’uso di bombole per la pesca subacquea senza l’autorizzazione necessaria. Queste violazioni hanno portato all’imposizione di tre sanzioni separate, cumulando un totale di circa 5.000 euro.
Dettagli dell’operazione di controllo
L’operazione di monitoraggio si è svolta in seguito a una segnalazione e rientra nelle azioni di routine per garantire il rispetto delle leggi di pesca e la protezione delle risorse marine. La Capitaneria di Porto di Trieste sottolinea l’importanza di tali controlli per preservare gli ecosistemi marini e prevenire attività illecite che possono compromettere l’ambiente marittimo.
Normative di pesca
Le normative riguardanti la pesca sono essenziali per la gestione sostenibile delle risorse marine. La pesca illegale, in particolare in zone protette e senza le necessarie autorizzazioni, rappresenta una minaccia significativa per la biodiversità marina e l’equilibrio degli ecosistemi.
Le autorità competenti continuano a monitorare e a far rispettare le normative per garantire che tutte le attività di pesca avvengano in conformità con le leggi vigenti. L’imposizione di sanzioni come quella in questo caso serve non solo come deterrente, ma anche come misura educativa per tutti i pescatori.
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