PORTOGRUARO (VE) – Un nuovo importante tassello si aggiunge alla rete sociosanitaria del Veneto Orientale con l’inaugurazione del nuovo Ospedale di Comunità all’interno della Residenza Francescon, ospitato negli spazi del Padiglione Santo Stefano, a pochi passi dal centro storico della città. La struttura sarà ufficialmente operativa a partire dal 1° settembre, ma il taglio del nastro si è tenuto oggi pomeriggio, alla presenza delle autorità sanitarie e della dirigenza dell’IPAB.

Un supporto per i pazienti in fase post-acuta
Il nuovo presidio metterà a disposizione 20 posti letto su una superficie di 600 metri quadrati, destinati a persone dimesse dall’ospedale che necessitano di un periodo di riabilitazione, assestamento clinico o convalescenza prima del ritorno a casa. La struttura sarà inoltre in grado di accogliere pazienti terminali, fornendo assistenza infermieristica, presenza medica e attività riabilitative in un ambiente protetto ma non ospedalizzato.

Questa apertura fa del nuovo ospedale il terzo presidio di comunità nel Veneto Orientale, e sarà punto di riferimento soprattutto per il mandamento portogruarese. Il progetto ha preso forma grazie all’autorizzazione e all’accreditamento della Regione Veneto, con la riconversione degli spazi che fino al 2020 ospitavano l’Hospice e che durante l’emergenza sanitaria da Covid-19 sono stati utilizzati come area dedicata.
Le caratteristiche del Padiglione Santo Stefano
Il padiglione, completamente ristrutturato, ospita 10 camere doppie con bagno e televisore, un’area soggiorno, due ambulatori medici, una sala per la riabilitazione e una terrazza panoramica affacciata sui tetti di Portogruaro. Uno spazio pensato non solo per curare, ma anche per offrire comfort e dignità a chi si trova in una fase delicata del percorso di cura.

Francescon diventa una struttura multiservizi
Durante l’inaugurazione, la presidente dell’IPAB Caterina Pinelli ha sottolineato l’importanza strategica del progetto: «Con l’Ospedale di Comunità andiamo a colmare un vuoto tra la fase ospedaliera e il ritorno a casa, offrendo servizi integrati e qualificati. La nostra struttura evolve e cresce con l’obiettivo di diventare un vero polo multiservizi per tutta la collettività».

Anche la dottoressa Simona Sforzin, direttrice dei servizi socio-sanitari dell’Ulss 4, ha evidenziato come l’apertura del nuovo ODC rappresenti un rafforzamento dell’offerta territoriale: «Non solo accoglienza post-ricovero, ma anche assistenza per chi da casa non può accedere a cure ambulatoriali. Si tratta di una risposta concreta e vicina ai bisogni reali del territorio».
Una sanità più vicina ai cittadini
Il nuovo Ospedale di Comunità rafforza il sistema locale offrendo una cura a bassa intensità ma altamente protetta, in continuità con i servizi territoriali e in collaborazione con medici di base e specialisti. Un passo decisivo per affrontare le sfide della gestione della cronicità e della fragilità, in una popolazione che invecchia e richiede percorsi assistenziali sempre più personalizzati.